“Le notizie che arrivano in queste ore dagli inquirenti confermano l’esistenza di quel sistema del malaffare che abbiamo da tempo denunciato, consapevoli dei rischi (non solo politici) che abbiamo deciso di correre.
Io stesso sono stato espulso dalle liste di Forza Italia per il rinnovo del Parlamento europeo, colpevole di aver osato denunciare il sistema del malaffare, consapevole che di quel sistema facevano parte anche alcuni esponenti di spicco di quel partito nato dalla fusione a freddo tra Alleanza Nazionale e Forza Italia. Se tornassi indietro non avrei alcuna esitazione a rifare esattamente tutto quello che ho fatto perché questo era il mio dovere nei confronti di tanti cittadini e tanti imprenditori che mi hanno chiesto di aiutarli a fare pulizia in politica e nella pubblica amministrazione. Sono rimasto più che ho potuto nel PDL, poi diventato Forza Italia, per combattere dall’interno la mia battaglia contro il sistema del malaffare, lasciando ai malfattori il compito di buttarmi fuori perché non funzionale al loro sistema. Certo, potevo fare come altri che, pur essendo a conoscenza del sistema del malaffare, hanno scelto di far finta di niente, o per connivenza o per complicità o per codardia. Aver girato la testa dall’altera parte, facendo finta di non vedere, avrebbe rappresentato anche per me la scelta più comoda. Ma io nella mia vita, per rispetto di chi crede in me, ho sempre deciso di fare la scelta che ritenevo giusta, anche se non sempre la scelta giusta può rivelarsi la più comoda. Quello che emerge dalle indagini è solo una piccola parte della punta dell’iceberg del malaffare, dal momento che non è ancora stata resa nota la parte relativa al malaffare nella sanità, a quella dei servizi nei luoghi pubblici, a quella dell’usura nei project financing, a quella dei lavori pubblici fatti con la scusa della somma urgenza ed altri che, riteniamo, siano oggetto di accurate indagini da parte degli inquirenti. Ai primi di maggio di quest’anno, dopo diverso tempo passato dalle denunce fatte alle autorità inquirenti, ho partecipato ad in sit-in davanti alla Procura delle Repubblica di Venezia per chiedere agli inquirenti venissero resi noti gli esiti delle indagini. Dopo aver denunciato il malaffare, abbiamo chiesto che venissero resi noti i nomi di tutti i malfattori, a qualunque partito essi potessero appartenere. Abbiamo chiesto che venisse garantito ai cittadini il diritto di sapere se i soldi che hanno pagato in tasse sono stati utilizzati per garantire servizi pubblici alla collettività o se sono stati usati per arricchire pochi soggetti privati con la connivenza di alcuni politici corrotti e ladri. Un sincero plauso a quel nucleo di finanzieri coraggiosi che hanno voluto sfidare il malaffare. Forse i cittadini possono ancora sperare nella giustizia. Nei prossimi giorni confidiamo che la pulizia possa essere completata”.
E’ quanto dichiara Sergio Berlato, già parlamentare europeo ed esponente di FdI-An.
Roma, 5 giugno 2014