…MONETARIA. «I toni sono alti perché le idee sono deboli. Io non faccio avanspettacolo, io faccio politica. Chi strilla, chi insulta, lo fa perché non ha idee».
A due giorni dalle elezioni europee Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia-An, è più determinata che mai: «Saremo la vostra sorpresa».
L’intervista di Daniele Di Mario a Il Tempo.
È convinta di poter arrivare all’8%? «È una soglia potenziale. Ma i sondaggi sono buoni e non avremo problemi a superare la soglia di sbarramento».
Anche Salvini è certo che la Lega sarà la vera sorpresa domenica e vuole instaurare un ponte tra Carroccio e FdI-An su immigrazione ed euro. Cosa risponde? «Su questi temi c’è una certa convergenza e potremmo intraprendere iniziative comuni. Ma noi siamo il partito della Nazione, il nostro slogan è “vota italiano” con una campagna improntata sul Tricolore e sull’identità nazionale. L’unità del Paese è un tema imprescindibile e il passato non si cancella con un tratto di penna. Sono della Garbatella e ricordo gli insulti della Lega ai romani, non ai palazzi ma ai cittadini. La Padania non è uno Stato a sé stante, né un popolo diverso. Ma apprezzo l’evoluzione che portando avanti Salvini».
Come risponde a Berlusconi che dice che il voto ai partitini è inutile? «Il Cav guardi i sondaggi: la campagna contro i partitini rischia di essere controproducente per FI. I partiti eurocritici conteranno molto, mentre chi sta nel Pse e nel Ppe ha dimostrato in questi vent’anni di non essere in grado di condizionare nessuno, di influenzare alcun processo politico. Junker non li cita neanche i partiti italiani del Ppe. Il 25 maggio ci sarà un terremoto nel Parlamento europeo, prevarrà un’idea di Ue diversa: il risveglio dei popoli che non vogliono pagare la crisi; sarà l’Europa della solidarietà, dei diritti e delle identità e non dei burocrati».
Cosa accadrà al governo? «Renzi è a Palazzo Chigi con una manovra di palazzo. Ma gli italiani non contano? Se il Pd non sarà primo partito dovrà trarne le conseguenze. Ma le larghissime intese non mi stupirebbero».
Come si ferma Grillo? «Con la politica. Renzi ha abolito il reato di immigrazione clandestina anche con i voti di FI e Ncd, per non parlare del decreto sulle droghe e sugli 80 euro senza coperture. Tutti provvedimenti passati con la fiducia. Il premier deve ammettere che su fiscal compact e revisione dei trattati gli hanno riso in faccia; riconosca che in Europa il Pd nel Pse vota insieme al Ppe, cioè anche Berlusconi. Tutti alzano i toni perché hanno idee deboli. Cosa vuole fare Grillo con l’euro? Non si sa, dice euro forse…Ha duecento parlamentari e non ha portato a casa un provvedimento perché quelli lavorano per il partito, per il M5S in piena logica politichese. Noi con nove deputati preparati che lavorano per il Paese abbiamo ottenuto la moratoria sulle slot machine e l’impignorabilità della prima casa».
Il centrodestra è finito? «Finché ci siamo noi no. Certo se Ncd e FI votano lo svuotacarceri o aboliscono il reato d’immigrazione clandestina. Oggi un’alleanza è improponibile, se torneranno a fare il centrodestra ne potremo riparlare».
Le carceri: l’Ue ci stronca. Come si rivolve il problema? «Con tre provvedimenti: costruzione di nuove carceri, revisione della custodia cautelare e una vera politica sull’immigrazione. L’Ue ci ha mortificato in tutti i modi su questo tema. E poi mi scusi, svuotiamo le carceri, rimettiamo in libertà i condannati definitivi e teniamo dentro quelli in attesa di giudizio?».
Tre cose che cambierebbe in Europa? «La politica monetaria: o si torna alle monete nazionali o l’euro diventa davvero moneta unica, con una Bce in grado di fare politica economica, di stampare moneta, di essere prestatore di ultima istanza. Poi l’immigrazione: i richiedenti asilo che arrivano in un Paese non possono circolare negli altri Stati membri. Questo è penalizzante per noi. L’Europa deve aprire le frontiere e farsi carico dei costi. Un rifugiato ci sosta 30 euro al giorno, 900 al mese, il doppio di un pensionato o di un disabile. Quante cose si potrebbero fare con quei soldi? Infine serve un’Ue che difenda i prodotti di qualità, favorendo il made in Italy. E poi aggiungo la lotta alla burocrazia e alla speculazione finanziaria».
Roma, 23 maggio 2014