fbpx

«Ogni straniero ci costa quasi 900 euro al mese, quasi il doppio di una pensione sociale».  L’intervista di Piefrancesco Borgia su Il Giornale.

Alla vigilia del voto Giorgia Meloni (capolista in tutte le circoscrizioni per Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale) ha le idee ben chiare su cosa farne di questa Ue. 
Il vostro slogan è “Vota italiano” e lei ha più volte ripetuto “meglio populisti che servi”. Qual è, insomma, la sua politica europea?
 «Ci siamo accorti, sulla nostra pelle, che non esiste una politica europea. L’euro si è rilevato una trappola. Ha favorito solo la Germania. Quindi andremo a Strasburgo animati dalle stesse ambizioni che hanno animato fin qui la politica europea della Merkel. Faremo come lei: difenderemo i nostri interessi».

I vostri antagonisti dicono che uscire dall’euro – cosa che voi auspicate – è un salto nel vuoto. «Quando l’euro è entrato in vigore costava 60 centesimi di dollaro. Ora per un euro serve un dollaro e 40, sfavorendo la nostra economia che punta molto sull’export. Dati oggettivi confermano che sono cresciute solo le Nazioni fuori dalla zona euro, a eccezione guarda caso della Germania. Abbiamo già pronta una risoluzione per un’uscita concordata a graduale».

Oltre a una politica finanziaria concentrata sul rigore, cosa imputa a Strasburgo? «La furba miopia sulla questione dell’immigrazione clandestina. Il patto di Dublino (sottoscritto per noi dall’attuale ministro dell’Interno) dice che i richiedenti asilo che approdano in un Paese europeo non possano entrare negli altri 27 Paesi. Ovvio che la posizione della nostra penisola ci penalizza».

E una soluzione in tal senso? «Inizino a pagare per l’ospitalità che garantiamo. Ogni immigrato ci costa 900 euro al mese. Quasi al doppio di una pensione sociale. Se la Ue almeno fosse disposta a sostenere queste spese potremmo anche tenerli. Altrimenti va cambiato subito questo patto iniquo».

Crede che gli scandali dell’Expo influenzeranno il voto? «Certamente. Gli elettori puniranno chi ha scelto le persone finite sotto inchiesta. D’altronde la politica delle larghe intese finisce sempre per indebolire le maglie del reciproco controllo. Ed è proprio la “grande alleanza” che sarà punita domenica. Però dalle urne uscirà pure un monito per il governo Renzi».

In che senso? «Mi riferisco alla faccenda degli 80 euro. Come al solito si difendono solo lavoratori dipendenti e grandi aziende. Ma sono i commercianti e gli artigiani la risorsa da salvaguardare in questa crisi. E noi ci batteremo anche qui a Roma per maggiore equità sociale».

Condividi

Facebook

NEWSLETTER

Social