…INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA. “Basta prodotti ortofrutticoli di provenienza marocchina. L’Italia deve prendere iniziative per tutelare i nostri prodotti agroalimentari e la filiera produttiva ortofrutticola.
In Sicilia il settore è stato messo in ginocchio dai prodotti provenienti dall’Africa del Nord”. È quanto denuncia il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Giorgia Meloni in un’interrogazione al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina.
“L’accordo commerciali con il Marocco si sta dimostrando un accordo capestro, soprattutto per la Sicilia. Il calendario di commercializzazione del prodotto coincide con quello dei produttori siciliani e, di conseguenza, i principali mercati all’ingrosso italiani segnalano la presenza di prodotto marocchino, sempre nello stesso periodo, a prezzi molto più bassi di quelli riscontrati per il prodotto nazionale. L’aggressività delle politiche commerciali degli esportatori marocchini ha forti ripercussioni, in quanto un’offerta di prodotto estero a bassi livelli di prezzo tira giù anche il prezzo del prodotto made in Italy”.
“Per questo abbiamo chiesto al ministro Martina – ha concluso Meloni- quali provvedimenti il governo intenda assumere per tutelare la nostra produzione ortofrutticola italiana, in particolare quella siciliana, e la salute dei consumatori”.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
G. MELONI, RAMPELLI, CIRIELLI, CORSARO, LA RUSSA, MAIETTA, NASTRI, TAGLIALATELA, TOTARO. Al Ministro per le Politiche agricole. Per sapere – premesso che:
l’accordo commerciale con il Marocco approvato dal Parlamento europeo il 16 febbraio 2012, prevede l’aumento delle quote di scambio per una serie di prodotti
che potranno essere importati a tariffe doganali basse o pari a zero rappresenta una tappa verso un accordo di libero scambio;
in particolare, l’accordo eliminerà immediatamente il 55% delle tariffe doganali sui prodotti agricoli e di pesca marocchini (dal 33% attuale) e il 70% delle tariffe sui prodotti agricoli e di pesca dell’Ue in 10 anni (rispetto all’1% attuale);
il testo prevede, comunque, una serie di misure di salvaguardia, tra le quali la possibilità di un aumento moderato delle quote di scambio su alcuni prodotti considerati sensibili, la previsione della variabilità delle quote di scambio in base alla stagione per evitare distorsioni sul mercato Ue, e l’obbligo dei prodotti marocchini di rispettare gli standard sanitari europei;
la questione degli accordi commerciali tra la UE ed il Marocco dura ormai da alcuni anni, e già nel recente passato i produttori spagnoli e quelli italiani hanno energicamente contestato tali accordi, che, visti in un ottica più ampia, vanno nella direzione di «più commodities marocchine in Europa in cambio di esportazione di macchine e servizi dall’Europa al paese magrebino»;
l’accordo commerciale comporta forti criticità soprattutto con riferimento al settore ortofrutticolo del nostro Paese, danneggiando i produttori italiani ed in particolare quelli siciliani,
ad oggi, tenendo conto dei volumi commercializzati, i prodotti marocchini che più di altri esercitano un impatto negativo sulla produzione ortofrutticola italiana sono il pomodoro da mensa e le arance;
con riferimento al pomodoro da mensa, ad esempio, il calendario di commercializzazione del prodotto coincide con quello dei produttori siciliani e, di conseguenza, i principali mercati all’ingrosso italiani segnalano la presenza di prodotto marocchino, sempre nello stesso periodo, a prezzi molto più bassi di quelli riscontrati per il prodotto nazionale;
l’aggressività delle politiche commerciali degli esportatori marocchini ha forti ripercussioni, in quanto un’offerta di prodotto estero a bassi livelli di prezzo tira giù anche il prezzo del prodotto made in Italy;
il nuovo accordo commerciale tra Marocco e Ue determinerà un’ulteriore perdita di competitività del nostro prodotto sui mercati dei Paesi nordeuropei quali Germania, Austria e Regno Unito;
a tali problematiche si aggiunge il fatto che all’atto dell’immissione dei prodotti marocchini nel nostro mercato, essi non vengono sottoposti a sufficienti controlli, essendo tale procedura eseguita esclusivamente con il metodo “a campione”, e perciò non esiste un compiuto riscontro della loro rispondenza ai nostri parametri di sicurezza sanitaria -:
quali opportuni provvedimenti intendano assumere con riferimento alle problematiche esposte in premessa al fine di tutelare sia la produzione ortofrutticola nazionale, sia la salute dei consumatori.
G. MELONI, RAMPELLI, CIRIELLI, CORSARO, LA RUSSA, MAIETTA, NASTRI,
TAGLIALATELA, TOTARO