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…MA I BERLUSCONIANI MI ZITTIRONO. “Silvio Berlusconi ora ruggisce contro il ‘colpo di stato’ che fece cadere il suo governo nel novembre 2011. Ma all’epoca furono i suoi scudieri a tentare di zittirmi in aula mentre lo denunciavo, e Berlusconi in prima persona, sostenuto dai suoi fedelissimi, mise in minoranza quelli che come me (Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, Guido Crosetto e tanti altri che, non a caso, hanno fondato un anno dopo Fratelli d’Italia) votarono nell’Ufficio di Presidenza del PdL per negare la fiducia a Monti. Che fosse in opera un golpe bianco, messo in atto da centrali finanziarie e politiche italiane ed estere, sostenuto dalla complicità di Napolitano e Fini (prima e terza carica dello Stato), con il Pd pronto a entrare al governo per impedire al popolo di esercitare la sovranità, era talmente chiaro ed evidente che anche un cretino lo avrebbe capito. Ma mentre in aula, il 9 novembre 2011, io denunciavo questa operazione inaccettabile approfittando della dichiarazione di voto sull’assestamento di bilancio, le mie parole venivano coperte non solo dagli applausi polemici e dalle urla dei deputati finiani, ma molti berlusconiani di ferro del mio stesso gruppo si alzarono per sbracciarsi al mio indirizzo, facendomi segni inequivocabili di disappunto, invitandomi a ‘moderare’ i toni e ‘tagliare’ l’intervento ritenuto ‘inopportuno’. Tra questi alcuni che ora lo circondano in Forza Italia, altri (non a caso) trasmigrati con Alfano. A riprova del fatto che il ‘pacco’ fosse ormai confezionato, Franceschini, allora capogruppo Pd, mi concesse l’onore di chiedere la parola apposta per replicare e fare commenti sarcastici sull’insipienza del mio intervento, evidentemente fuori dal coro mentre si preparava l’inciucio delle grandi intese che dovevano incoronare Monti.
 

Per questo l’indignazione che oggi mostra Berlusconi è inattendibile e poco autentica, e ha il sapore di una manovra propagandistica utile forse a serrare le fila degli elettori a pochi giorni dal voto. Ma la verità storica è un’altra: Berlusconi e la sua classe dirigente furono complici del golpe, o come minimo ne subirono le conseguenze nonostante fossero stati avvisati, preferendo spartire qualche poltrona ministeriale e di sottogoverno piuttosto che denunciare quanto avveniva, chiamando il popolo a difendere la sovranità nazionale. Una strada che, una volta imboccata, non poteva che produrre la scissione del Nuovo Centrodestra e la demolizione della coalizione. Solo le donne e gli uomini di Fratelli d’Italia capirono cosa stava accadendo e coerentemente ne hanno tratto le conseguenze, fondando con coraggio un nuovo movimento che fosse davvero alternativo sia alla sinistra che alle logiche di potere tecnocratico che stanno ammazzando la nostra società”

E’ quanto dichiara Marco Marsilio, segretario amministrativo di Fratelli d’Italia Alleanza nazionale.

 

Si trascrive di seguito l’estratto dal verbale della seduta del 9.9.2011 della Camera dei Deputati.

 

MARCO MARSILIO.

Proprio partendo dall’inconcepibile decisione del Presidente Fini che ha permesso, dopo quella bocciatura, che la composizione della Giunta per il Regolamento vedesse l’opposizione in maggioranza contro il buonsenso e la prassi parlamentare di tutto il mondo civile (Applausi polemici dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo), sento il dovere di svolgere alcune considerazioni: da oltre un anno è nato un vero e proprio colpo di Stato strisciante che alcuni poteri dello Stato, insieme a settori ben identificati del potere economico-finanziario nazionale ed internazionale e dell’establishment mediatico e culturale, stanno portando avanticontro il Governo, legittima espressione della sovranità popolare. Governo che si vuole sostituire con un Governo tecnico guidato da personalità prive di qualunque mandato popolare e che avrebbero il compito di commissariare il Paese e di saccheggiarne le risorse sotto la copertura del risanamento e della crisi economica. Governo tecnico al quale sono pronti a dare il loro sostegno quelle forze politiche che si dimostrano, ancora una volta e per l’ennesima volta, antinazionali e contrarie agli interessi autentici del popolo italiano.

 

Mi rendo conto che si tratta di un’affermazione pesante, ma altrettanto pesante e inquietante è aver visto la terza carica dello Stato fondare un nuovo partito spaccando la maggioranza e subito dopo iniziare a lavorare per una nuova e diversa maggioranza. L’atteggiamento di chi ha costruito questo clima nel Paese e contribuito a gettare l’Italia in una condizione di debolezza, esposta alla speculazione internazionale e all’assalto, appunto, degli speculatori, è una responsabilità gravissima che qualcuno in quest’Aula si deve assumere. Noi ci assumiamo la nostra sostenendo, ieri il rendiconto, oggi l’assestamento e domani la votazione sul disegno di legge di stabilità che contiene gli impegni che il Governo si è assunto a proposito dell’Europa. Ed è quello che faremo e continueremo a fare difendendo la sovranità nazionale e difendendo la legittimità e la sovranità del popolo italiano e reclamando, appunto, questo percorso coerente e lineare con la nostra storia e con la nostra tradizione. 

 

 

DARIO FRANCESCHINI. Abbiamo appena ascoltato il raggiungimento di vette inimmaginabili di lungimiranza e di acume parlamentare. Nei voti precedenti la maggioranza ha raggiunto 283 voti e l’assestamento di bilancio sta passando unicamente per il nostro atteggiamento e, quindi, respingiamo l’invito del parlamentare del Popolo della Libertà di votare contro l’assestamento di bilancio.

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