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Sospendere l’operazione Mare Nostrum con decorrenza immediata; istituzione di appositi presidi Ue nei Paesi dai quali partono i maggiori flussi migratori per una valutazione preventiva dello status di rifugiato e per informare dei rischi connessi ai ‘viaggi della speranza’; adeguato stanziamento al fondo rimpatri, di fatto azzerato dal dl 120/13.

È quanto prevede la mozione di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, primo firmatario Fabio Rampelli, che oggi sarà votata dall’aula della Camera dei deputati.

La mozione, sottoscritta dai deputati Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, Edmondo Cirielli, Massimo Corsaro, Pasquale Maietta, Gaetano Nastri, Marcello Taglialatela e  Achille Totaro, intende impegnare il governo a destinare una quota delle risorse annualmente stanziate in favore delle iniziative di cooperazione allo sviluppo promosse dall’Italia a progetti che creino possibilità di sviluppo sociale ed economico nei Paesi destinatari degli aiuti e che sostengano i processi di stabilizzazione nei Paesi delle zone di crisi, al fine di contrastare efficacemente la questione migratoria sotto il profilo della prevenzione.

Nella mozione, Rampelli chiede che il governo s’impegni in sede europea affinché sia ampliato e rafforzato il ruolo di  Frontex nel contrasto all’immigrazione nel Mediterraneo e per la sicurezza dei confini, anche delegando all’Agenzia il coordinamento sia delle attività di pattugliamento sia delle attività di cooperazione operativa con i Paesi di origine e di transito dei flussi.  

Tra gli impegni richiesti nella mozione, anche la modifica del regolamento (UE) n. 604/2013 cosiddetto Dublino III (che prevede che la richiesta di asilo sia fatta nel primo Paese di arrivo), e l’invito affinché  gli Stati membri dell’Ue  proseguano  ed intensifichino l’attività di assistenza umanitaria, finanziaria e politica nelle aree di crisi del Nordafrica e del Medio Oriente, per affrontare la migrazione e la pressione umanitaria alla radice.  

  ”Sul fronte internazionale- si legge- si sollecita  il rispetto dei trattati già stipulati al fine di contrastare l’immigrazione clandestina e a promuovere la sottoscrizione di nuovi accordi, con particolare riferimento alle procedure di rimpatrio nei Paesi di origine dei detenuti al fine di scontare la pena”.  Infine, nel documento si chiede anche  un adeguato stanziamento al «fondo rimpatri», di recente sostanzialmente azzerato con il decreto-legge n. 120 del 2013, affinché tale attività possa essere regolarmente proseguita.

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