Renzi smantella il dipartimento antidroga della Presidenza del consiglio dei ministri “La nocività della cannabis è dimostrata da dati scientifici e statistici. Basta leggere alcuni documenti lasciati in audizione per rendersi conto di come sia devastante la cannabis e di come il suo utilizzo determini un abbassamento del quoziente di intelligenza.
Con questo decreto legge si depenalizza l’uso delle sostante stupefacenti che aumenta non a caso grazie alla propaganda antiproibizionista”. È quanto ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli intervenendo in aula contro il decreto legge disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope.
“Il principio attivo della cannabis è il delta 9 tetraidrocannabinolo (THC). Fino alla fine degli anni 1990 il THC che si riscontrava nella cannabis e nei derivati, sequestrati dalle forze di polizia, non oltrepassava il tasso prodotto spontaneamente dalla pianta naturale, il cui limite massimo era del 2.5%. La percentuale di THC rilevata nel quadriennio 2010-2013 è giunto a una media del 16.8% quanto al materiale vegetale (inflorescenze e foglie) e del 26.6% quanto ai derivati (resine e oli), con punte massime del 60.6%. Insomma 25 volte il massimo delle percentuali di 15 anni fa.. Come escludere il profilo qualitativo dalla qualifica di “leggerezza” e dalle conseguenze sanzionatorie da essa derivanti?”
Sulla presunta innocuità della cannabis, ancora una volta bisogna leggere i dati: “Nel 2011 (ultimi dati disponibili)- ha spiegato Rampelli, che cita lo studio del prof.Serpelloni audito in commissione Affari Sociali – i ricoveri ospedalieri causati da intossicazione da droga hanno fatto registrare un 16% dovuto alla cannabis, a fronte di un 60% da oppiacei, in prevalenza eroina; nello stesso anno però i minori ricoverati perché intossicati dalla cannabis sono stati il 44,2%. Il che vuol dire che, con l’attuale percentuale media di THC, la cannabis fa male al punto da mandare in ospedale, e fa più male ai più giovani, che sono coloro che ne fanno maggiore uso; 290.000 ragazzi fra i 15 e i 17 anni hanno assunto almeno una volta sostanza stupefacente negli ultimi 12 mesi, e per il 71.2% di essi si è trattato di cannabis. Il dato italiano è in linea col trend europeo, che, rispetto al totale di ricoveri per intossicazione da droga, ha fatto registrare un 22% di ricoveri per intossicazione da cannabis. Se la cannabis fa così male, soprattutto ai minori, è il caso di facilitarne la diffusione diminuendo le sanzioni previste per chi la spaccia e la traffica?”
La cannabis rende stupidi. “Sempre secondo lo studio del prof. Serpelloni –ha proseguito – condotto nel corso degli anni sul quoziente di intelligenza di 1037 soggetti, nati fra il 1972 e il 1974, assuntori di cannabis fino al compimento dei 38 anni. I risultati sono sorprendenti: per chi ha assunto frequentemente cannabis da minorenne, a fronte di un QI iniziale pari a 97, il QI a 38 anni è sceso a 88; per l’adolescente che l’ha assunta occasionalmente il QI iniziale era di 102, il QI a 38 anni di 97. Per chi iniziato ad assumere con frequenza cannabis dopo i 18 anni, il QI iniziale era di 98 e il QI a 38 anni di 95; per il maggiorenne assuntore occasionale QI iniziale di 104, QI a 38 anni di 105”.
“A fronte di questa drammatica situazione, – ha concluso Rampelli – Palazzo Chigi starebbe per smantellare il dipartimento anti-droga affidandone le competenze all’Istituto superiore per la sanità. Anche questa è spending review…”.