La sentenza di condanna per Adam Kabobo dimostra tutta la estraneità del sistema penale verso il bene vita. Venti anni per tre distrutte in un modo orrendo rappresentano il disprezzo che abbiamo per il solo bene sine qua non. In casi come questo dovrebbe essere previsto l’ergastolo. Non c’è nulla di più grave dell’omicidio, eppure il nostro sistema permette anche agli assassini di poter accedere, nel tempo, agli sconti automatici e a benefici che non dovrebbero essere previsti per chi uccide. Ora ci aspettiamo che Kabobo non sia rimesso in libertà se non c’è la certezza, oltre ogni ragionevole dubbio, che non è più un pericolo per gli altri.
Lo dichiara Barbara Benedettelli, Responsabile Nazionale del Dipartimento Tutela Vittime per Fratelli d’Italia- Alleanza Nazionale.