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“A fronte dell’emergenza acqua contaminata nella Capitale il ministero dell’Ambiente non può limitarsi a coordinare i ruoli di sua competenza, ma avrebbe dovuto interagire con il ministero della Salute e con altre istituzioni per dare  risposte più precise possibili”.

È quanto ha replicato il deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli durante il question time alla Camera rivolto al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti sulla contaminazione dell’acqua in alcune zone di Roma nord e in Abruzzo.

“Il  21 febbraio scorso – ha spiegato Rampelli – il sindaco Marino   ha firmato l’ordinanza che vieta fino al 31 dicembre di usare acqua per uso alimentare, igiene personale e ogni altro utilizzo nelle zone di Primavalle, Labaro e Giustiniana”.

L’ordinanza interessa circa tremila persone ed ha creato grande allarme nei residenti e gravissimi disagi ancora non risolti dall’amministrazione comunale. L’acqua inquinata è quella trasportata dagli acquedotti dell’Arsial, che secondo i Nas, doveva, in realtà, essere destinata solo ad uso agricolo. Già nel giugno 2013 era stata trasmessa un’informazione dalla ASL ai competenti uffici comunali e alla stessa ARSIAL sui valori batteriologici illegali. Questa informazione tuttavia è stata del tutto ignorata.  Situazioni simili in altri Comuni del Lazio e in Abruzzo. In Val Pescara per esempio le falde acquifere sono state per anni infiltrate e inquinate da rifiuti tossici e scarti della produzione, illecitamente interrati nella zona, mettendo a rischio la salute di settecentomila persone.

Nell’interrogazione Rampelli ha chiesto al ministro quali fossero le attività di vigilanza sulle falde acquifere e sull’erogazione dell’acqua per uso domestico.

         “La risposta del ministro è stata del tutto evasiva – ha commentato Rampelli –  Ci sono migliaia di persone che nella Capitale d’Italia, nel Terzo Millennio, non possono bere, bambini e anziani che non possono lavarsi. Le spiegazioni del ministro Galletti non chiariscono come il suo dicastero, in coordinamento con quello della Salute, intenda tutelare la salute dei cittadini”.

“Non c’è bisogno di studi polititologici- ha concluso Rampelli-  perché i cittadini e la loro salute sono una priorità.

Roma, 2 aprile 2014

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