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di Francesco Lollobrigida*

La Santanchè lo aveva detto anni fa che Berlusconi era il capo indiscutibile. L’unico a poter guidare la battaglia contro la sinistra. Lo aveva raccontato a un popolo attonito che l’aveva votata per motivi esattamente opposti. Che l’aveva ascoltata, come candidata a capo del governo inveire, fiera, contro Silvio. Che aveva sperato in lei e soprattutto in quello che avrebbe potuto rappresentare. Non furono nemmeno troppo pochi gli italiani che scelsero di dare un voto che Berlusconi avrebbe definito inutile. Quel quasi milione di italiani restò deluso, e i dirigenti che l’avevano accolta, acclamata e sostenuta stigmatizzarono il suo dietrofront. Ma lei era imprenditrice. Soprattutto di se stessa. Fu premiata con il ritorno in parlamento e per un breve periodo anche con incarichi di responsabilità. Cari amici de La Destra, la corte di Berlusconi e la lettera appello sono frutto di un lavoro a più mani. C’è la zampa di chi invidia la Coerenza, la Libertà e il Coraggio. C’è l’artiglio di chi non conosce l’orgoglio di un Popolo perché non l’ha mai provato. C’è la lingua biforcuta di chi si è già arreso e vuole condividere con altri il suo triste destino per non sentirsi solo. C’è la paura, tanta, di chi vede crescere una forza politica capace di dimostrare ciò che in tanti hanno tentato di negare: c’è spazio a destra, in Italia oltre che in Europa. Di Berlusconi, in quella lettera appello, c’è solo la firma e la carta intestata di una scolorita Forza Italia. Quanto è credibile, vi chiedo, la chiamata alle armi contro una sinistra resa forte da un Presidente comunista, rieletto con i voti dei deputati di Forza Italia? Tenuta in piedi sostenendo il Governo di Letta nipote? Una sinistra, oggi rappresentata da Renzi, che rischia di diventare invincibile grazie all’accordo del Nazzareno, con il quale Berlusconi ha garantito la desistenza  in cambio di un’altra legge elettorale che garantisse parlamentari nominati? 

Vi chiedo, infine, quanto sia possibile condurre le vostre battaglie contro l’Eurocrazia e l’Euro in una forza politica che aderisce al PPE. E lo fa in maniera tanto convinta da vietare a un suo capogruppo regionale di presentarsi a una conferenza stampa con Marie Le Pen solo perché infastidiva il partito della Merkel. 

Aveva ragione Daniela Santanchè? Possibile che abbiate sbagliato tutto? Che l’aver vantato per anni una scelta difficile per tenere alta la bandiera della destra sia stato velleitario? Possibile che proprio ora che risorge il simbolo di Alleanza nazionale e c’è un movimento che è riuscito a riportare la destra in parlamento, ci si debba intruppare in un partito che nasce dal rifiuto di quella identità? Eh si perché per gli uomini e le donne di Forza Italia il Pdl è fallito proprio per quelli di An che hanno tarpato le ali alle riforme liberali, alle privatizzazioni, al taglio della sanità pubblica. Insomma per colpa proprio della destra sociale. Proprio per questo, hanno detto, sono tornati alle loro origini. Le loro, appunto. Voi che c’entrate? Volete sapere se noi siamo pentiti di essere entrati nel Pdl? Lo siamo, come lo sarebbe chiunque abbia una coscienza e un’onestà intellettuale. Abbiamo creduto che quello potesse essere il partito della nazione. Ma era la scelta sbagliata. E quando l’abbiamo capito, ne abbiamo fatta un’altra. Avevate ragione, dunque? Si, ma avreste dovuto condurre quella battaglia all’interno del partito. 

E ora volete buttare tutto al macero? 

Il nostro appello sincero lo abbiamo fatto. Non vi garantiamo posti perché non li abbiamo garantiti neanche a noi stessi. Vi diamo, però, la nostra parola che continueremo a prenderci cura, con amore e determinazione, di questo seme che abbiamo gettato nel fango di un’Italia in difficoltà, per far nascere una pianta forte e con radici profonde. Un luogo nel quale possano sentirsi a casa di nuovo coloro che in questi anni si sono persi, e coloro che una casa politica non l’hanno mai avuta ma sognano di poterne abitare una. 

Siamo sull’orlo di un precipizio e possiamo offrirvi solo di lanciarvi con noi. Vi tendiamo la mano, sereni e sicuri che nel vuoto non cadremo, ma spiccheremo il volo. Insieme. Se vorrete.

*Membro dell’Esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale

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