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“Renzi? Ha fatto l’inchino di Schettino alla Merkel. E penso che non se ne sia neanche reso conto”. L’intervista a La Stampa di Antonio Pitoni. Di nuovo a Fiuggi, fonte battesimale della nuova destra. Dalla svolta di Alleanza Nazionale a quella di Fratelli d’Italia. Con l’imprimatur di Giorgia Meloni. “Il partito della Nazione, che antepone ad ogni altro interesse quello dell’Italia e degli italiani”, assicura la presidente appena eletta dal congresso per acclamazione.

 

Un partito della Nazione ma anche un partito anti-Euro… “Noi siamo europeisti convinti, come storicamente lo è stata la destra italiana. Crediamo nell’Europa, ma non in questa Europa, segnata da un coacervo di egoismi che mortifica gli interessi dei popoli a favore di quelli di qualche potentato”.

E allora la soluzione che proponete sarebbe quella di uscire dall’euro?“Veniamo trattati alla stregua della Grecia e del Portogallo, che hanno chiesto aiuti all’Europa, a differenza dell’Italia che, invece, è la Nazione che in rapporto al Pil contribuisce maggiormente all’Unione Europea. Solo l’anno scorso abbiamo trasferito qualcosa come 15 miliardi all’Europa per essere annoverati tra i cosiddetti “pigs”, i maiali. Credo che, a queste condizioni, non ci convenga far parte di un’Europa a trazione tedesca che sta piegando i diritti degli altri popoli al proprio interesse nazionale. Almeno che la stessa Europa non ci convinca che ci conviene restare”.

A proposito di Germania, ha definito Renzi “una marionetta caricata a molla…”. “Non ricordo a memoria d’uomo di aver visto il capo di una Nazione sovrana andare in pellegrinaggio da un suo pari grado per farsi approvare le riforme che intende fare in Patria. Una roba mai vista e ancor più grave perché Renzi ha deciso di andare a fare questo suo ‘inchino alla Schettino’ alla Merkel il 17 marzo, il giorno in cui si celebra la nostra unità nazionale. Penso che non se ne sia neppure reso conto, il che è ancora peggio. Se lo avesse deciso consapevolmente sarebbe folle, se lo ha fatto inconsapevolmente è solo ignorante”.

Non rimarrete nel Ppe con la Merkel, mentre invece in Italia potreste allearvi con partiti che stanno proprio nel Ppe. Non è una contraddizione questa? “La contraddizione è quella dell’attuale governo, formato da partiti che stanno in parte nel Ppe e in parte nel Pse. Rispondendo seriamente, invece, dico che le nostre alleanze future non sono scontate. Penso che siamo rimasti soli a difendere le idee del centrodestra. Sono agli altri a doversi interrogare, noi siamo rimasti sempre sulle stesse posizioni. Le prossime Europee sono elezioni senza vincolo di coalizione, libere dal falso mito del voto utile: le nostre scelte future dipenderanno anche dal risultato che riusciremo ad ottenere”.

Fini è stato molto critico nei vostri confronti? “Sono rimasta molto colpita da quello che ha detto. Non capisco l’astio verso chi cerca di ricostruire qualcosa che a Fini sembra non interessasse più molto. Di sicuro non siamo, come sostiene lui, bambini viziati, ma uomini e donne cresciuti molto in fretta come capita ai figli abbandonati dal loro padre”.

Storace invece non c’è… “Sinceramente non ho capito le scelte di Storace, spero che nei prossimi giorni possano essere più chiare le sue ragioni”.

Roma, 4 marzo 2014

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