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L’intervento integrale del presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sulla discussione generale in Aula alla Camera sulla proposta di legge di FdI per revocare le pensioni d’oro.

Signor Presidente, comprendo l’imbarazzo della relatrice del provvedimento su questa posizione francamente incomprensibile da parte mia e immagino da parte di gran parte degli italiani che porta a fare una relazione che presenta, da una parte, il tentativo di distogliere l’attenzione dal problema di cui trattasi e dall’altra elementi di strumentalità – me lo consenta collega Gnecchi – per tentare di giustificare una posizione presa soprattutto da chi viene, dal mio punto di vista, da una determinata storia che, francamente, non ha molti alibi.

 

Allora facciamo mezzo passo indietro perché vale la pena di raccontarla bene questa storia. Io non sarò lunga ma credo che alcune cose vadano dette per come sono accadute. In Italia le pensioni minime sono attualmente di 495 euro al mese e l’assegno sociale è di 447 euro. Lo Stato italiano ritiene che le persone possano sopravvivere con una somma di questo tipo e quello stesso Stato elargisce nello stesso momento in questa stessa nazione, pensioni che sono di 20 volte più alte, di 30 volte più alte, di 40 volte più alte, di 50 volte più alte. E questo è qualcosa che in un’Italia come quella nella quale viviamo, che è l’Italia della crisi, che è l’Italia nella quale non ci sono risorse per fare nulla, che è l’Italia nella quale c’è una disoccupazione giovanile altissima, insomma sono qualcosa su cui vale la pena forse di interrogarsi. Allora noi come Fratelli d’Italia da qualche tempo ci interroghiamo su questa materia, ci siamo interrogati con serietà. Risponderò all’accusa francamente patetica di demagogia o di voler fare della demagogia su questo tema, perché? Perché quando noi abbiamo depositato una proposta di legge, lo abbiamo fatto dopo avere approfondito il tema, aver studiato quel tema per diversi mesi. Che cos’è che noi vogliamo dire? Vogliamo dire che se in Italia oggi esiste una disparità di trattamento così ampia bisogna dire in ragione di che cosa quella disparità di trattamento si è prodotta. Vogliamo capire se chi prende oggi una pensione da ventimila euro al mese, da trentamila euro al mese, da novantamila euro al mese, da diecimila euro al mese a fronte di quello che ci siamo detti, che il 75 per cento dei pensionati italiani non arriva a mille euro. Vogliamo capire se quelle pensioni vengono prese perché effettivamente si sono versati dei contributi per poter prendere quelle pensioni cioè esattamente quello che verrà chiesto a noi di fare e quello che verrà chiesto e che viene chiesto oggi a tutte le giovani generazioni, di riavere indietro: sistema, per carità, lo dobbiamo dire, non vuol dire creare una differenza tra il sistema retributivo e contributivo, è un dato di fatto che sono due sistemi diversi il retributivo e il contributivo e che il contributivo probabilmente non è generoso come lo è stato il retributivo. È colpa dei pensionati che prendono la pensione con il sistema retributivo? No, però è possibile che nelle pieghe del sistema retributivo, se oggi ci sono pensioni così alte, ci sia qualcosa che non ha funzionato. Allora noi che cosa chiediamo banalmente perché questo dice il testo della proposta di legge? Noi chiediamo di verificare se quelle pensioni siano effettivamente frutto dei contributi che si sono versati sopra una determinata soglia o se quelle pensioni siano il risultato di leggi infami che si sono fatte durante la Prima Repubblica e di gente che si è infilata nelle pieghe della legge per aver dei privilegi. Perché i privilegi non sono diritti, perché i privilegi, soprattutto se li paga qualcun altro, che magari non avrà mai neanche dei diritti, non sono da confondere con i diritti.

Allora noi abbiamo fatto una proposta semplice, a mio avviso giusta e – sottolineo – molto seria. E quella proposta è: stabiliamo un tetto. Per noi, quel tetto è un tetto di parametro: dieci volte la pensione minima. Abbiamo detto 495 euro al mese: quindi, 4.950 euro al mese? È un tetto alto, perché quello stesso Stato che dice che un italiano può campare con 495 euro al mese, difficilmente, può sostenere la tesi che non può campare con 4.950 euro al mese. No? Fino a quel tetto noi non chiediamo niente, perché, effettivamente è molto difficile andare a ricostruire tutta la storia pensionistica di questi pensionati ed è ingiusto, diciamo così, produrre delle disparità troppo grandi tra il trattamento che si è avuto fino ad oggi e il trattamento che si potrebbe avere domani. Ma sopra quel tetto, si considera la parte che eccede quel tetto. Quindi, attenzione, perché questa è la proposta contro la quale avete votato: fino a 5 mila euro al mese non si tocca niente, ma, per la parte che eccede, possiamo calcolare i contributi che si sono versati? Cioè, possiamo chiederlo a quegli italiani che prendono una pensione, ad esempio, da 30 mila euro al mese, che, magari, non hanno versato i contributi per prendere quella pensione? Segnalo sommessamente che nessuno prenderà quelle pensioni con il sistema contributivo, perché sia chiaro, perché, magari, sono poco rispetto a me stesso, ma sono tanto se mi paragono, è sempre lo stesso tema. Noi non possiamo far finta che non esistano, oggi, due Italie: allora, magari, non hai versato i contributi per prendere quella pensione e prendi una pensione da 30 mila, 40 mila, 50 mila, 10 mila, 90 mila euro al mese, a fronte di gente che non prenderà mai una pensione di questo tipo e che, segnatamente, lavorerà molto di più di quanto si lavorava prima: perché noi sappiamo che, di media, quelli che sono giovani oggi andranno in pensione, se va bene, a settant’anni, se va bene con il 40 per cento delle ultime retribuzioni.Allora attenzione, collega Gnecchi, quando si dice lo scontro generazionale: nessuno vuole aprire uno scontro generazionale, nessuno vuole aprire una disparità, uno scontro tra chi è andato in pensione con il sistema retributivo e chi ci andrà con il sistema contributivo. Ma, certo, non possiamo far finta di non vedere che alcune persone hanno un trattamento enorme, che, casomai, stanno pagando altri che non avranno mai neanche un trattamento dignitoso. Non possiamo far finta di vedere che questo problema non esiste, perché questo rischia di generare uno scontro sociale. Io non voglio generare nessuno scontro, né sociale né generazionale. Voglio, però, dire che, se ci sono delle ingiustizie macroscopiche, sarebbe bene che l’Italia cominciasse a metterci mano. E non c’è sempre un’altra ingiustizia macroscopica da andare a sanzionare, c’è una per volta: intanto, guardiamo questa. Io ho posto all’attenzione questa, non vuol dire che non mi occupi degli esodati, per intenderci, perché questa francamente – questa sì – è demagogia. Significa che cerco di portare all’attenzione del Parlamento un tema che altri non hanno portato, dopodiché il Parlamento giudica la proposta. Non è che non si fa, perché ci sono altri problemi, perché questo benaltrismo lo conosciamo bene.

 

Allora, noi, banalmente, abbiamo chiesto di fare questo: stabiliamo un tetto e, per la parte che eccede quel tetto, calcoliamo i contributi versati. Se hai versato contributi per prendere la tua pensione da 7 mila, 8 mila euro, continui a prenderla; se non avessi versato i contributi, che vuol dire che questa pensione macroscopica te la sta pagando qualcun altro, allora, forse, è il caso di chiederti di fermarti a 5 mila euro di pensione e, magari, con quello che ci si risparmia tagliando la parte eccedente si può fare qualche buona azione nei confronti di qualcuno che dovesse essere meno fortunato. Questa è la proposta vergognosa, demagogica – perché questi sono i commenti che ho letto su questa proposta – che è stata bocciata dalla stragrande maggioranza dei partiti in Commissione lavoro. Perché, tra le varie proposte che sono state presentate, io prediligo il ricalcolo secondo il sistema contributivo rispetto al contributo di solidarietà, rispetto alla tassazione sulle pensioni e sui redditi, che è stata proposta da qualcun altro? Perché? Intanto, perché il ricalcolo con il sistema contributivo, dopo una determinata soglia, è un provvedimento strutturale. Qui vale la pena segnalare all’Aula e a chi dovesse ascoltarci che tutte le altre proposte sono proposte che fanno riferimento ad un periodo di tempo temporaneo: il contributo di solidarietà che il Governo ha introdotto è un contributo di solidarietà che vige per tre anni. Altre proposte che altri colleghi hanno fatto erano proposte sperimentali, che duravano una anno, due anni, tre anni. Ma a me non interessa tanto fare cassa con la questione delle pensioni d’oro, a me interessa stabilire un principio. Io non voglio un provvedimento transitorio, io vorrei un provvedimento strutturale, perché vorrei passasse in Italia il principio che è finita l’Italia nella quale qualcuno ha tantissimo – e non corrisponde a quello che è dato – e qualcuno non ha neanche la metà di quello che ha dato. Semplice. A me interessa dire che se tu non hai versato i contributi per prendere una pensione da 90 mila euro, non la puoi prendere! Sono folle? Sarò folle, che cosa vi devo dire. Sono demagogica? Sono una demagoga! Sono fiera di essere demagoga, se questa è demagogia! Ma io vorrei un’Italia nella quale gli italiani cominciassero a credere, e perché questo accada gli italiani vorrebbero vedere anche dei provvedimenti giusti di tanto in tanto.

Allora, il ricalcolo con il contributivo sopra una determinata soglia è un provvedimento di carattere strutturale e definitivo ed è un provvedimento che non rischia di colpire alla stessa maniera chi avesse versato i contributi e chi non li avesse versati, perché segnalo che con le tassazioni e i contributi di solidarietà si colpiscono tutti alla stessa maniera. E anche questo è ingiusto, perché tra due persone che prendono una pensione mediamente alta ce n’è una che ha versato i contributi per prenderla e ce n’è una che non li ha versati. Bisogna saper distinguere, sì, proprio perché non vogliamo colpire alla cieca, proprio perché la nostra proposta è una proposta seria e più incisiva di quella del Governo. Non me ne vorrà il sottosegretario e anche la collega Gnecchi, che vantava questo grande risultato, ma io considero il prelievo di solidarietà, che ha scelto di applicare il Governo, una misura ridicola, a fronte della proporzione del problema. È un modo per dire che si è fatto qualcosa senza davvero incidere e senza davvero risolvere e affrontare il problema. Questa è la proposta che Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà, Nuovo Centrodestra e Forza Italia hanno deciso di bocciare in Commissione. Perché la proposta è stata bocciata? Io sento quello che dice la collega, ho letto quello che hanno dichiarato sui giornali, so quello che è stato detto in Commissione: uno dei temi per i quali questa proposta di Fratelli d’Italia sarebbe stata bocciata è che il tetto immaginato dalla nostra proposta è un tetto troppo basso perché 5 mila euro al mese sono da intendersi lordi. Io ho detto che noi abbiamo scritto «dieci volte la pensione minima», e la pensione minima è di 495 euro netti, ma ho anche detto in Commissione che ero d’accordo sul tetto a 5 mila euro netti, perché su questo si è tentato di fare un po’ di speculazione di comunicazione dicendo che Fratelli d’Italia voleva colpire le pensioni del ceto medio. Non è così. Chi ha un minimo di onestà intellettuale sa benissimo che io ho detto che ero favorevole a specificare nella proposta di legge che il tetto era da considerarsi di 5 mila euro netti, quindi questa motivazione non regge, colleghi.

Allora si è detto che io escludevo le pensioni complementari e integrative: il mio punto di vista è che, trattando la proposta sul tema del calcolo con il sistema retributivo, le pensioni integrative e complementari erano da considerarsi escluse, ma ho detto in Commissione che ero d’accordissimo a scriverlo meglio. Infatti, il dibattito parlamentare, signori, serve a questo: magari ci sono dei colleghi che hanno delle idee migliori di quelle che si presentano; e sapete cosa si fa in questi casi? Si emenda il testo, si approvano degli emendamenti per migliorarlo. La collega Gnecchi dice e in alcuni casi ho letto – anche qui con un certo grado, consentitemelo, di disonestà intellettuale – che la proposta della Meloni e di Fratelli d’Italia non si può approvare perché non prevede il tema dei vitalizi; ma segnalo sommessamente che gli unici due emendamenti con i quali questo tema è stato messo nero su bianco – Fratelli d’Italia, con una proposta emendativa che dice che questo tema riguarda anche gli organi costituzionali, e Massimiliano Fedriga, della Lega Nord, che fa ulteriore specifica molto chiara sul tema dei vitalizi – sono i nostri. Nessuno del Partito Democratico, nessuno dei partiti che hanno bocciato questa proposta hanno effettivamente tentato di normare la questione dei vitalizi. Ci abbiamo provato noi. Anzi, all’interno della Commissione qualcuno ha posto il problema di dire – qualcuno non del mio partito, per intenderci – che forse bisognava fare due calcoli distinti tra il vitalizio dei parlamentari e la pensione INPS. Quindi, non venite a raccontarmi che voi l’avete bocciata perché la questione non riguarda i vitalizi, perché siamo noi che abbiamo provato a normare i vitalizi e voi avete detto che non si poteva fare o che comunque bisognava pensarci bene perché rischiava di essere ingiusto.

Avete detto che la proposta non si può approvare perché è incostituzionale, io non penso che sia incostituzionale. Perché? Perché se la Corte costituzionale non ha dichiarato incostituzionale l’entrata in vigore del sistema contributivo, cioè di un sistema che effettivamente rispetto al retributivo poteva anche violare l’articolo 3 della Costituzione, difficilmente può dichiarare incostituzionale il ricalcolo di una parte di quella pensione sopra una determinata soglia abbastanza alta con il sistema contributivo. Sicuramente non può essere più incostituzionale di quello che ha fatto il Governo, riproponendo un contributo di solidarietà identico a quello già dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale! Me ne vorrete, ma almeno tentare di immaginare una proposta diversa può essere più efficace di ripresentare una proposta uguale a quella già bocciata per incostituzionalità. Avete detto che non sì può approvare la proposta di Fratelli d’Italia perché mancano i dati dall’INPS, e che il motivo per cui voi votate contro è che volete avere del tempo per studiare la proposta e farne una meglio. Colleghi, io devo segnalare che come gruppo di Fratelli d’Italia sono otto mesi che ho presentato questa proposta di legge, per diversi mesi ho lavorato per calendarizzarla, e questa proposta di legge è stata in Commissione da fine novembre. Siamo a febbraio: dicembre, gennaio, ci sono stati due mesi per studiare la proposta, due mesi per approfondire i dati. Se volessimo calcolare solamente il momento in cui la proposta di legge di Fratelli d’Italia, grazie alla richiesta di Fratelli d’Italia è stata incardinata in Commissione, perché il tema è stato posto da ben prima, e quindi se il Partito Democratico e gli altri partiti che hanno bocciato la proposta davvero volevano affrontare e risolvere questo problema, perché davvero, come dice con veemenza la collega Gnecchi, sono contro le pensioni d’oro, potevano lavorarci. Io segnalo che questo non è accaduto: siamo stati fermi due mesi in Commissione, e nessuno ha tentato di fare niente per cercare di avere maggiori dati; né si può dire che io non abbia dato la disponibilità a cercare un testo condiviso, perché anche questo non si può negare.

Perché sono colpita? Sono colpita perché veramente non riesco a capire il voto in Commissione. Perché una cosa è dire: non sono d’accordo su alcuni profili della legge, ma quando ci si trova di fronte l’estensore della legge che ti dice: OK, sono d’accordo con te, modifichiamo, e tu invece di dire: va bene, allora siamo arrivati ad un testo unico, voti un emendamento soppressivo all’unico articolo della legge, questo a casa mia significa che il tema non si vuole trattare. Questo a casa mia significa che, come si dice dalle mie parti, si predica bene e si razzola male. Significa che si fa qui sì demagogia, andando a dire che si è contro le pensioni d’oro, però poi quando c’è qualcuno che tenta di normare una proposta decente, quella proposta viene ammazzata! Mi volete dire davvero che non avete i numeri per renderla migliore? I partiti che hanno bocciato la proposta complessivamente insieme contano il 75 per cento di questo Parlamento: noi abbiamo un gruppo parlamentare di 9 rappresentanti. Potevate riscriverla, potevate farla cento volte meglio, se eravate così bravi. Invece sapete che cosa avete fatto? Avete votato un unico emendamento all’unico articolo della legge, che dice: l’articolo 1 è soppresso, la legge è soppressa. Questo è quello che è accaduto in Commissione! E quindi tutte le vostre belle parole non sono credibili, perché avevate i numeri e gli strumenti per intervenire, perché state al Governo da ormai due anni, perché in Commissione avete i numeri e la stragrande maggioranza, perché il relatore era un relatore di maggioranza, perché in Aula avete il 75 per cento dei voti se vi mettete tutti insieme. Potevate intervenire! Ma voi non siete intervenuti. Non siete intervenuti con gli stessi numeri con i quali, non più tardi di un anno e mezzo fa, avete votato tutti insieme appassionatamente il blocco dell’indicizzazione delle pensioni da 1.400 euro. Io non lo capisco! Sinceramente non lo capisco! Lo vedo come lo vedrebbe un qualunque italiano al di fuori di questo palazzo! Perché non si poteva fare? Perché? Perché tutti i temi che voi avete posto purtroppo hanno una risposta talmente banale da non essere credibili. Perché ho visto parlamentari venire in Commissione a raccontarmi la loro situazione pensionistica, contestando il provvedimento. E se c’è qualcuno che quando vota delle leggi invece di preoccuparsi di chi sta fuori del palazzo si preoccupa di se stesso, c’è qualcosa che non va in questo Parlamento.Sono demagoga? Sono demagoga, ne sono fiera. Ne sono fiera, se voi ritenete che questa sia demagogia. Ma io ho tentato semplicemente, noi abbiamo tentato semplicemente di normare una vergogna, che voi invece avete difeso: fine della discussione. Allora gli italiani giudicheranno. Perché poi, sapete, gli slogan funzionano fino ad un certo punto; ma poi quando si vede la maggioranza che difende le pensioni d’oro e i vitalizi ai parlamentari, che vota l’esenzione delle slot machine dal pagamento del credito che hanno con lo Stato per evasione fiscale, che svende Bankitalia alle banche private, che fa tutti questi bei provvedimenti. Beh, insomma non so se gli italiani davvero considereranno che quello che dite è anche quello che fate, Presidente, e concludo.A me dispiace perché insomma questa è la proposta che è stata dichiarata demagogica, io voglio dire che sono contenta che si voglia più tempo perché continueremo a fare come Fratelli d’Italia questa battaglia per dare semplicemente un segnale di giustizia. Perché che questa proposta sia demagogica lo pensano probabilmente molti politici, alcuni giornalisti, qualche magistrato, qualche burocrate di Stato, tutti pensionati d’oro. Ma forse non la pensano così gli oltre 11 milioni di italiani che prendono la pensione più bassa di mille euro e quelle centinaia di migliaia di ragazzi che non prenderanno forse mai una pensione decente perché con il loro lavoro stanno pagando anche una parte delle pensioni d’oro.

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