Caro Francesco,
il quotidiano, immancabile attacco a Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale apparso ieri sul tuo quotidiano online mi costringe a puntualizzare alcune questioni, con la speranza di contribuire a fare definitiva chiarezza su questa tormentata fase.
Come ben ricorderai, fin dall’inizio dell’attuale legislatura abbiamo lavorato sull’ambizioso obiettivo di costruire un soggetto politico che stesse nel solco della storia di Alleanza Nazionale, di un partito cioè che nasceva per unire tutti coloro che nel centrodestra, secondo un pensiero “nazionale”, erano alternativi alla sinistra. Per realizzarlo in concreto, ci siamo posti come il possibile collante tra tutti i soggetti potenzialmente interessati al percorso.
Abbiamo così cominciato a riannodare i fili della nostra comunità, confrontandoci prima con i vari segmenti non organizzati per arrivare, alla fine, alle realtà organizzate. Tra queste ovviamente quella di cui sei leader, “La Destra”, ma anche il FLI di Roberto Menia. Volevamo semplicemente dare una mano per rimettere insieme i tasselli di un mosaico, senza pretese e senza esclusioni. Evidentemente, non siamo stati compresi.
Altrimenti, non riesco proprio a spiegarmi il perché di tanta, quotidiana, instancabile ostilità da parte tua, ostilità che non abbiamo contraccambiato per senso di responsabilità verso il percorso di ricomposizione che stiamo portando avanti. Penso a quando – in occasione dell’anniversario della caduta del Muro di Berlino – abbiamo scelto di rinviare una manifestazione che avevamo programmato da settimane per non farla coincidere con quella che tu avevi deciso di sovrapporle. Penso alla riunione organizzata nel tentativo di lavorare a una mozione con la quale chiedere tutti insieme l’utilizzo del simbolo di Alleanza nazionale a fronte di un percorso costituente che coinvolgesse tutti gli interessati, alla quale hai risposto con giorni e giorni di insulti e improperi.
E nello stesso momento in cui ti rivolgevi a noi con la poco edificante accusa di “appropriazione indebita”, davi vita, arbitrariamente, a un movimento che a parole voleva riportare in auge il nostro antico simbolo, ma nei fatti tendeva a bruciarlo facendolo apparire non come la sintesi di un comune cammino ma come la scelta di una parte oltretutto minoritaria. Anche qui, siamo rimasti in silenzio.
Alla luce di questi e molti altri episodi che potrei citare, Francesco, la mia sensazione è che ogni qualvolta si materializzi la possibilità di accorciare le distanze fra di noi, tu faccia del tuo meglio per riallungarle. Invece di lavorare davvero alla costruzione di una destra comune, ti comporti da guardone della destra altrui. Stai lì ad aspettare che facciamo un passo, e qualunque passo facciamo ti metti a demolirlo. Non importa il merito, la tua sembra una reazione automatica.
E curiosamente, in tutto questo giudicare gli altri, non c’è mai stato spazio per un cenno, anche solo minimo, agli errori commessi in questi anni anche da te, o a una valutazione serena sul responso delle urne. Davvero uno strano modo, il tuo, di cercare un’intesa. Certo meno comprensibile del nostro, che avrà i suoi limiti, per carità, ma ha il pregio della chiarezza. Si basa cioè su due semplici regole: nessuna esclusione o preclusione verso chi intenda partecipare al percorso costituente e, al contempo, nessuna rendita di posizione precostituita per alcuno di noi. Significa anche, lo ribadisco, che non c’è nessuna obiezione da parte nostra a una tua proposta di candidatura a qualsiasi competizione elettorale, o alle primarie con le quali fonderemo il nuovo soggetto. Se davvero siamo d’accordo sulla necessità di una casa comune ma siamo in dissenso su come quella casa comune debba realizzarsi, sui contenuti, sull’organizzazione, sul simbolo, misuriamoci in una leale competizione. E lasciamo che a scegliere tutto, in questo inizio di Terza Repubblica, siano gli italiani che vorranno credere in noi, non dirigenti di partiti vecchi e nuovi chiusi dentro una stanza.
A questa proposta, che a me non sembra così irragionevole, hai scelto di non rispondere nel merito, preferendo i soliti slogan. E hai ricominciato con le tue continue accuse gratuite e infondate. Ieri hai addirittura adombrato che noi si voglia “andare verso Alfano”, dimenticando completamente lo sforzo coraggioso di Fratelli d’Italia di dar vita in soli quaranta giorni a un nuovo soggetto che attualizzasse il percorso nato a Fiuggi nel 1995 restando, sempre orgogliosamente, all’opposizione del governo Letta. Lo hai fatto proprio nel giorno in cui avevamo aderito all’invito di Giuliana de’ Medici di incontrarti per fare un altro tentativo a casa di Donna Assunta Almirante. E hai fatto sapere a Giuliana e a Donna Assunta che non sei disponibile all’incontro da loro immaginato per provare a superare ogni incomprensione.
Non capiamo, te lo ripeto, questo tuo “scartare di lato” ogni volta che ti si prospetta la possibilità di una intesa per tornare davvero tutti insieme. A meno che tu, anche con il finto riferimento ad Alfano, non stia cercando di precostituirti un alibi per correre a ingrossare le fila di Forza Italia. Per carità, un approdo legittimo, ma una scelta che sarebbe incomprensibile per chi come noi vuole ridare forza e visibilità alla nostra storia, e che dimostrerebbe che gli appelli continui all’unità che hai fatto in questi mesi erano tutt’altro che sinceri.
Non tutto è perduto Francesco. Puoi ancora scegliere di lavorare, con noi, per lasciare un testimone della tua e della nostra storia, invece di limitarti a giudicare gli altri attraverso Twitter o accontentarti di una candidatura in un partito che chiaramente non è il tuo.
Facci sapere. Il tempo stringe e anche la pazienza non è infinita.
Giorgia