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“Fratelli d’Italia ha adottato questo slogan: garantismo e certezza della pena. In Italia si vogliono liberare coloro che hanno condanne passate in giudicato e invece si tengono persone in galera senza che sia iniziato un processo e tante volte senza neanche che vi sia stato un arrestato magari in flagranza di reato”. È  quanto dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli commentando i due provvedimenti all’esame della Camera, il dl svuotacarceri e la proposta di legge ‘ Disposizioni recanti modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali’(Atto Camera 631A e abb.).

In Italia, lo dimostrano i dati del ministero della Giustizia, c’è un abuso della custodia cautelare che ha determinato pesantissime condanne da parte delle Istituzioni europee. Più del 40% della popolazione carceraria è costituita da persone in attesa del primo grado di giudizio, il 20% sarà assolto. La carcerazione preventive è prevista nei casi di pericolo di fuga, inquinamento delle prove, reiterazione del reato e pericolosità sociale. È  evidente che l’eccessivo utilizzo della carcerazione preventiva debba essere limitato attraverso una rigorosa, comprovata, manifesta necessità di limitare la libertà personale. Per questo Cirielli ha presentato tre emendamenti alla proposta di legge attraverso cui la custodia cautelare diventa strumento assolutamente necessario. In particolare essa deve essere applicata nei casi di flagranza di reato; nei casi  di inquinamento delle prove delle prove alla luce di “condotte concrete della persona sottoposta alle indagini o dell’imputato” (emendamento 1.50); si deve applicare quando la persona sottoposta a indagini o imputato tenti o abbia tentato di darsi alla fuga (emendamento 2.51); sussistono il concreto pericolo ed elementi di prova (emendamento 3.50).  E al di fuori di questi casi, le misure cautelari sono disposte nei confronti di chi sia stato colto in stato di flagranza di cui all’articolo 382 se trattasi di delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni. Sugli emendamenti i relatori di maggioranza hanno espresso parere negativo, come parere negative è stato espresso dal Governo, quindi messe in votazione le proposte sono state bocciate. Roma, 9 gennaio 2014

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