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Il governo è seriamente intenzionato a dare nuova linfa alle banche; vi ricordate il famoso “Fondo per l’accesso al credito per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie o dei nuclei familiari monogenitoriali” del quale avevamo ampiamente parlato in diversi nostri articoli e che non era mai effettivamente decollato? Bene il 21 settembre scorso è ufficialmente entrato in vigore il nuovo regolamento, con le modifiche decise nel decreto 24 giugno 2013, n. 103, che, secondo chi le ha ideate, dovrebbero riuscire a fare in modo che il fondo venga finalmente utilizzato.

Ma vediamo più nel dettaglio cosa sono riusciti a partorire dopo quasi 12 mesi dalla decisione che il precedente regolamento andava modificato per garantire una migliore funzionalità del Fondo di garanzia.

I tassi applicabili a questo tipo di mutui, passano da euribor o irs, a seconda che si tratti di un mutuo a tasso variabile o fisso, più 1,5% di spread per mutui di durata superiore ai 20 anni e più 1,20% di spread per mutui di durata di durata inferiore del precedente regolamento ad un più generico tasso “non superiore al tasso effettivo globale medio sui mutui, pubblicato trimestralmente dal Ministero dell’economia e delle finanze”, che corrisponde per il periodo ottobre-dicembre 2013 ad un 3,88% per i mutui a tasso variabile ed ad un 5,11% per i mutui a tasso fisso, praticamente uno spread del 3,65% ca. per il variabile ed uno spread che va dal 2,72%per i mutui a tasso fisso con durata 30 anni e 2,96% per quelli di durata 10 anni. In sostanza non c’è nessuna agevolazione rispetto ai tassi che si possono trovare abbastanza agevolmente sul mercato.

limiti di reddito per poter presentare la domanda di mutuo passano da un’ ISEE di 35.000 euro a 40.000 euro, inoltre scompare l’obbligo di avere al massimo il 50% del reddito derivante da un rapporto di lavoro dipendente a tempo determinato e viene sostituito da una più blanda disposizione che, in caso di presentazione di più domande nella stessa giornata e di scarsità di fondi, si dà precedenza “alle famiglie i cui componenti non risultano occupati con rapporto di lavoro a tempo indeterminato”.  Secondo voi visto che a questo punto le banche hanno la possibilità di scegliere a chi erogare il mutuo pur usufruendo della garanzia statale, chi preferiranno come cliente, una giovane coppia con redditi da lavoro dipendente a tempo indeterminato o una giovane coppia di precari?

La terza modifica riguarda la superficie massima ammissibile al Fondo che passa da una non ben definita superfice massima di 90 mq. ad una superficie utile di 95 mq. che presumo venga calcolata secondo i criteri dettati dal Decreto Ministeriale n. 801 del 10.5.1977, secondo il quale per superficie utile si intende la superficie di pavimento degli alloggi misurata al netto di murature, pilastri, tramezzi, sguinci, vani di porte e finestre, di eventuali scale interne, di logge di balconi.

Questa modifica secondo me è un vero e proprio regalo alle banche, mentre nel regolamento precedente le banche non potevano chiedere ulteriori garanzie oltre al fondo, nel nuovo regolamento all’articolo 3 comma 4 si legge: “I finanziatori si impegnano a non richiedere ai Mutuatari garanzie aggiuntive non assicurative, queste ultime nei limiti consentiti dalla legislazione vigente, oltre all’ipoteca sull’immobile”. In pratica oltre al fondo di garanzia e all’ipoteca sull’immobile, le banche possono tranquillamente “obbligare” il futuro mutuatario alla sottoscrizione delle famose e costosissime polizze CPI.

termini entro i quali la banca deve dare notizia al Gestore del fondo l’avvenuto perfezionamento dell’operazione di mutuo ovvero la eventuale mancata erogazione dello stesso, passano dai 7 giorni del regolamento precedente ai 30 giorni dell’attuale. Non vorremmo mica che in banca inizino a sudare per il troppo lavoro.

L’ultima modifica riguarda il divieto di cartolarizzazione che nel precedente regolamento era previsto e che invece in quello attuale è stato cancellato. D’altronde era l’ultima limitazione che veniva imposta alle banche, non potevano mica lasciarla attiva.

Alla luce di quanto detto, secondo voi le modifiche apportate sono a favore delle giovani coppie di precari a basso reddito o a favore delle banche? …credo che abbiate indovinato!

Sembra quasi che questo regolamento sia stato scritto da Ignazio Visco in persona; hanno tolto tutto quello che poteva esserci di buono che favorisse credito alle famiglie di precari a basso reddito. Le sostanziali modifiche al regolamento, che hanno completamente snaturato le finalità del fondo stesso, hanno in pratica autorizzato le banche ad utilizzare le risorse economiche del fondo per elargire mutui, non essenzialmente a precari a tempo determinato, ma anche (e soprattutto) a famiglie che daranno maggior garanzie di reddito e lavorative. Il morale della favola è che le banche elargiranno mutui più che “normali”, pari a quelli di mercato, che oltretutto godranno delle triplici garanzie dell’ipoteca, delle assicurazioni e dello Stato. Il governo ha dovuto presentare il Fondo su di un bel piatto d’argento altrimenti le banche non lo avrebbero praticamente mai utilizzato.

E dire che un suggerimento, dal mio punto di vista più intelligente, era stato dato nella discussione seguita all’interrogazione parlamentare n.3-00166 della deputata Giorgia Meloni concernente i dati relativi all’utilizzo del fondo stesso. Nell’interrogazione faceva notare come, nonostante lo stanziamento di 50 milioni di euro, il fondo apparisse assolutamente sottoutilizzato a causa di una sostanziale disapplicazione del protocollo da parte dell’Associazione bancaria italiana, nonché delle convenzioni da parte dei singoli istituti di credito. Nell’occasione il deputato Massimo Enrico Corsaro aveva suggerito che il governo poteva pretendere il rispetto del protocollo di intesa sottoscritto con l’ABI e con gli istituti di credito, stabilendo che la garanzia dello Stato sulle passività delle banche, di un miliardo di euro introdotta dal Governo Monti con il decreto-legge cosiddetto «salva Italia» venisse applicata alle sole banche che aderivano attivamente al «fondo casa» per le giovani coppie. Leggendo il nuovo regolamento mi sembra evidente che il suggerimento non sia stato preso in considerazione.

In conclusione vorrei ricordare a chi avesse intenzione di chiedere l’intervento del fondo di garanzia per ottenere il mutuo, che lo stesso garantisce effettivamente le banche e non i mutuati. La garanzia infatti interviene nel momento in cui il mutuatario non riesce più a pagare le rate del mutuo coprendo fino al 50% della quota capitale, degli oneri non superiori al 5% del capitale residuo e degli interessi calcolati al tasso legale. In questo caso non sarà più la banca a procedere al recupero dei crediti nei vostri confronti ma lo stesso Ministero della Gioventù che procederà al recupero delle somme anche attraverso l’emissione di cartelle esattoriali. Il mutuo, se non lo si paga alla banca, si paga allo Stato. Perciò fate bene i vostri conti prima di stipulare un mutuo perché, fondo di garanzia o no, se non volete avere guai seri, i soldi per pagare le rate li dovrete trovare ogni mese per tutti gli anni di durata del mutuo.

Dulcis in fundo, è lo Stato che si accolla l’eventuale mutuo in sofferenza quando in realtà la valutazione del rischio del credito al mutuatario è stata  dalla banca. Chiunque è bravo a fare credito accollando il rischio ad altri; sembra un paradosso ma è una cruda ed incredibile realtà. Il regolamento completo lo potete trovare nel sito della Gazzetta Ufficiale.

L’articolo di Aiutomutuo.finanza.com

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