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«Le Istituzioni sono uguali per tutti, le manifestazioni, simboliche o di protesta, devono avere stesse regole e le autorità devono decidere la propria reazione in maniera uniforme ed equa. Domanda: l’iniziativa del Movimento 5 Stelle è un attentato alla democrazia e va sanzionato emblematicamente dalle Istituzioni oppure è un’innocente pagliacciata che tutte le forze politiche possono replicare, se e quando volessero, trasferendole anche sui tetti di Palazzo Chigi e del Quirinale?

Se nelle prossime ore dovesse prevalere il secondo giudizio, quello che derubrica a goliardata l’occupazione della terrazza di Montecitorio, allora le Istituzioni repubblicane dovranno chiedere scusa a quei ragazzi del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del Msi), tra cui il sottoscritto, che organizzarono nel 1993 un pesce d’aprile davanti alla Camera indossando pericolose magliette con su scritto “Arrendetevi, siete circondati. Elezioni subito”, prendendosi per mano e saltellando innocentemente».

È quanto dichiara Fabio Rampelli, vicepresidente dei deputati di Fratelli d’Italia.

«Era il 1 aprile – prosegue Rampelli – , la seduta fu interrotta dall’allora presidente dell’Assemblea Nicola Mancino e riprese poco dopo con una lunga carrellata di interventi deliranti dei capigruppo, chi gridava all’attentato fascista, chi al colpo di Stato e chi al pericolo per la democrazia. Quei giovani goliardi furono scambiati per terroristi, la reazione di Istituzioni e media fu durissima, l’on. Teodoro Buontempo, che partecipò da parlamentare alla manifestazione, fu indagato e processato con quasi tutti gli artefici. La Repubblica titolò in prima pagina: “Assalto squadrista al Parlamento”, i telegiornali non furono meno duri, dopo pochi giorni le forze dell’ordine fecero irruzione su disposizione del Ministro degli Interni nelle case di 20 ragazzi e ragazze, armi in pugno, alla ricerca del corpo del reato: la maglietta. Trasferiti in Questura, fotosegnalati, rilevate le impronte digitali furono denunciati su due piedi. Ora, essendo tutti eguali davanti alle Istituzioni e alla legge, si deve dedurre che, se fu giusta quella reazione, analoghe iniziative debbano essere intraprese oggi. Se, viceversa, fu eccessiva, è giusto essere più comprensivi verso i militanti parlamentari pentastellati, ma occorrerà che le Istituzioni, Presidenza della Camera in testa, chiedano scusa a quei ragazzi, alle loro famiglie e alla memoria di Teodoro Buontempo, unico a non tirarsi indietro nella difesa di una manifestazione pacifica e democratica che alcuni vollero trasformare in un incubo. Anche perché i processi in rapida sequenza finirono in burla, proprio come quel pesce d’aprile».

Roma, 7 settembre 2013

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