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«Il braccio di ferro di questi vent’anni tra berlusconiani e anti berlusconiani, puerile e violento al tempo stesso, ha prodotto solo la conferma della sentenza della Corte di Cassazione, le deprecabili e semidesertiche iniziative di giubilo per strada, la manifestazione di solidarietà sotto la residenza del cavaliere a Palazzo Grazioli nella canicola d’agosto, il ritorno a Forza Italia, cioè la nostalgia della ‘scesa in campo’.

Tutto lontano anni luce dalla politica e dalla sua arte di costruire. La Nazione è in crisi nera ma, quel che è peggio, dovrebbero tirarla fuori dalla depressione economica Pd e Pdl, cioè coloro che ogni giorno se le danno di santa ragione colpendosi sopra e sotto la cintura, non condividono nulla l’uno dell’altro pur facendo parte di uno stesso governo, e gettano l’Italia nell’incertezza e nel disordine. I cittadini si ritrovano le carceri svuotate, i delinquenti in libertà, la mancata tutela della privacy, i processi interminabili, l’abuso della custodia cautelare, il flop sulla separazione delle carriere per i giudici, sulla responsabilità civile per sanzionare chi sbaglia, sulla certezza della pena. Ma potranno festeggiare la condanna di Berlusconi».

È quanto dichiara il vicecapogruppo alla Camera e cofondatore di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli.

«L’Italia sta pagando un prezzo altissimo per questo scontro e la verità che sta concretizzandosi in questi giorni, anche attraverso plastiche immagini, è che il tempo degli ‘hooligan’ berlusconiani e antiberlusconiani sia finito per sempre. Le decine di attori principali di questa ‘disfida’ irresponsabile che ha stressato le Istituzioni, incapaci di comporre un conflitto per il bene supremo della comunità, si facciano da parte per sempre e consentano a una nuova generazione di combattere con nuove idee e nuovi codici etici per provare a risollevare l’Italia. Facessero a ‘pari e dispari’ per decidere chi debba staccare la spina a Letta invece di passarsi la patata bollente tra le mani, approvassero una legge elettorale in mezza giornata per garantire che il potere decisionale si trasferisca nelle mani dei cittadini, senza pretendere stravolgimenti al sistema attuale, e che ci sia più stabilità dopo il voto, e dessero agli italiani un’altra possibilità di scelta con nuove elezioni», ha aggiunto Rampelli.

Roma, 5 agosto 2013

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