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«Attenzione a non creare una norma talebana e demagogica. Non vogliamo diventare una Nazione in cui pochi grandi gruppi industriali possono andare al mercato ortofrutticolo e comprarsi un partito, come fosse un carciofo».

È quanto dichiara il vicepresidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, intervenendo sulle mozioni in discussione alla Camera sull’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti. 

«Noi siamo per il rigore, siamo contro l’uso vergognoso dei rimborsi elettorali, fatto con i più disparati investimenti, in modo totalmente autonomo dalle reali spese effettuate, ma siamo anche contrari alla privatizzazione dei partiti, cioè alla privazione di quella sovranità popolare che si manifesta in un Parlamento solo se è libero dai gruppi di interesse. Di più, i partiti devono rispettare le regole democratiche. Non c’è solo una questione di risorse, vanno monitorati la partecipazione democratica e il rispetto degli Statuti. Ci sono partiti che pur avendo uno statuto non lo hanno mai rispettato eppure percepiscono lo stesso il finanziamento pubblico. Nella nostra proposta questo non è possibile. O si rispettano gli elettori e si coinvolgono nel processo di definizione di una linea politica oppure non si percepisce un solo euro dallo Stato. E comunque ogni spesa deve essere soggetta ad un’autorità terza che la verifica e la certifica. Abbiamo vissuto decenni di assemblearismo inconcludente, poi decenni di leaderismo monocratico in cui le decisioni venivano assunte da vere e proprie oligarchie. Il nostro obiettivo strategico è innanzitutto la salvaguardia del diritto alla libertà dei cittadini di vedere rappresentate le proprie istanze in Parlamento, senza che qualcuno le monopolizzi, anche attraverso l’uso esclusivo del finanziamento privato che assoggetta la politica alle lobby». 

Roma, 17 luglio 2013

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