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«L’accordo politico sulla riforma della Pac raggiunto oggi rappresenta forse il miglior compromesso possibile date le condizioni di partenza, ma non possiamo nascondere le tante criticità e preoccupazioni. Rimane troppo penalizzante la dotazione nazionale per l’Italia, frutto di una scellerata ripartizione degli aiuti in base agli ettari che penalizza chi come noi fa agricoltura intensiva e di qualità. E troppo pesanti saranno le conseguenze su alcuni comparti già provati dalla situazione di mercato, penso in particolare alla zootecnia da carne e da latte, soltanto parzialmente alleviate dal tetto massimo al 30% del taglio al premio Pac e dagli aiuti accoppiati. Gli obblighi del greening, originati da un ecologismo perverso e appesantiti da troppa burocrazia, sono stati mitigati ma rimangono troppo gravosi per la nostra agricoltura. Grazie al lavoro del Parlamento abbiamo però ottenuto l’esenzione per il riso e le colture arboree. Qualche segnale positivo sui diritti di impianto vitivinicoli, sui giovani agricoltori, sulla definizione di agricoltore attivo e sulla semplificazione burocratica ma ancora troppa timidezza sulle misure per la gestione delle crisi. Poteva andare molto peggio ma, se vogliamo dare all’agricoltura il ruolo che compete a un settore che definiamo “primario”, non possiamo accontentarci».

È quanto dichiara Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d’Italia e membro della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.

«È doveroso, al di là delle posizioni politiche che vedono Fratelli d’Italia coerentemente all’opposizione, dare atto al ministro De Girolamo di aver ottenuto il massimo possibile essendo subentrata nelle battute finali di un negoziato partito male e che abbiamo cercato faticosamente di raddrizzare», ha aggiunto Fidanza.

Roma, 26 giugno 2013

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