«Visto quello che sta succedendo in Grecia nell’inchiesta sulla televisione pubblica auspico che anche in Italia possa esserci un doveroso atto di trasparenza sulla Rai. E non mi riferisco ai contratti ed agli stipendi, ma agli appalti, alle produzioni esterne, alle rendite di posizione ed al quasi monopolio di alcuni. Ho l’impressione che per troppo tempo la Rai sia stata usata da alcune persone in modo non consono ad un’azienda pubblica finanziata con i soldi dei cittadini. Saranno probabilmente solo leggende metropolitane quelle che sento da anni su varie sfere di influenza e potere all’interno dell’azienda pubblica, ma perché non togliersi tutti i dubbi? Tanto più ora, e cioè in un momento nel quale il governo delle larghe intese mette insieme le due fazioni da sempre presenti in Rai ed esclude dalla possibilità di opposizione le forze politiche che non hanno mai sponsorizzato nessuno e che non hanno lacché infilati nelle redazioni e nella struttura. Basti pensare a come tutti i tg, con l’esclusione del tg uno, ad esempio, abbiamo censurato la notizia della corte costituzionale che ha reso incostituzionale il prelievo di solidarietà sulle pensioni d’oro, cioè quelle dei suoi membri. Se vorrà lavorare, la vigilanza Rai, ma anche la magistratura, avrà tutto il mio appoggio. Se poi vedrò che nulla si muoverà, proverò a mettere per iscritto io stesso alcune delle leggende metropolitane ascoltate in questi anni, su produzioni, assunzioni, contratti, film, fiction, società esterne ed amenità varie».
È quanto dichiara Guido Crosetto, coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia.
Roma, 20 giugno 2013