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di Guido Crosetto
13 giugno 2013 

 

Il governo ha fatto un passo in avanti nella direzione giusta. Fratelli d’Italia ha fatto del tema dell’impignorabilità della prima casa uno dei punti principali del suo programma elettorale. Nessuno ne parlava, allora. Nessuno si era accorto che fosse un problema, tranne Grillo e Storace, per essere giusti. Ma siamo riusciti a “contaminare” il Pdl, o meglio Berlusconi, e lo abbiamo fatto comprendere persino a PD e Scelta civica. Bene. C’é una base di partenza. Ora ci sarà più facile cercare di seminare la nostra idea nel suo complesso, ovvero quella di fare della prima casa il pilastro intoccabile di ogni famiglia o persona, indipendentemente dalla sua grandezza, localizzazione geografica o altro. Noi pensiamo che la prima casa, frutto di grandi sacrifici, debba poter essere un obiettivo di ogni famiglia e che possa rimanere per sempre nelle mani di chi l’ha raggiunto. Per questo pensiamo sia giusto esentarla dal l’imu. Per questo pensiamo che debba essere impignorabile, senza alcuna soglia, nemmeno quella, alta e quindi seria, dei 120 mila euro. Deve essere il risultato di una visione sociale e non puramente economico-patrimoniale. Ma il problema principale di questo decreto, per quanto riguarda la parte relativa a Equitalia, è che non affronta il tema del passato e dunque non mette fine alle pene di chi fino a ieri si è scontrato con la sorditá dello Stato nei confronti delle difficoltà delle famiglie e delle imprese. Bisogna rendere le norme del decreto retroattive. Ben venga anche l’allungamento della possibilità di rateizzazione e l’abbassamento dell’aggio. Occorre però anche rivedere la sanzioni mettendo dei limiti percentuali massimi alla possibilità di aumento delle contestazioni originarie.

É indispensabile rivedere il calcolo del tasso di usura per impedire che banche e finanziarie rimangano nella legalità riscuotendo interessi superiori al 20%. Queste ed altre norme sono contenute in un disegno di legge che abbiamo preparato con il gruppo di fratelli d’Italia che avevamo battezzato “sopravvivenza”. Quelle norme, come quelle sull’impignorabilitá, sono a disposizione di chi vorrà darci una mano a trasformarle in legge dello Stato.

 

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