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«Mi chiedo come si possa dire che è incostituzionale chiedere un contributo di solidarietà a chi prende pensioni da 150 mila euro senza aver versato i contributi, a fronte di intere generazioni discriminate, che non avranno mai una pensione decente e lavoreranno tutta la vita per pagare i privilegi di altri. In un momento di crisi nel quale si impongono sacrifici drammatici a tutti gli italiani pensavamo fosse il minimo sindacale chiedere il 5% sulla parte eccedente i 90 mila euro, per pensioni che sono figlie del sistema retributivo e dunque non sono neanche frutto di contributi versati. Temo sia incostituzionale per quelli della Corte Costituzionale perché sono tutti pensionati d’oro e sono gli unici in Italia che hanno la facoltà di deliberare, in pieno conflitto di interessi, anche su loro stessi e senza appello.

La sensazione è che in Italia c’è una piccola casta di persone che conoscono bene le pieghe della legge, si mettono d’accordo e alla fine salvano i loro interessi, mentre i tagli vengono portati a casa dalla povera gente che non ha tempo per ricorrere alla Corte Costituzionale. Piuttosto che trovare escamotage, però, queste persone dovrebbero dare il buon esempio, come hanno fatto i politici che hanno pagato il contributo di solidarietà sugli stipendi sopra i 90 mila euro nonostante la bocciatura per incostituzionalità della Consulta. Chi ha fatto ricorso contro questo provvedimento, penso in particolare ai magistrati, non ha dimostrato la stessa capacità di rappresentare una classe dirigente dentro una Nazione».

È quando ha detto questa mattina il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Giorgia Meloni, nel corso della trasmissione “24 mattino” su Radio 24.

«Fratelli d’Italia vuole interrogare il presidente della Repubblica, perché è arrivato il momento di dire basta e probabilmente Napolitano è l’unico che può chiedere il rispetto dell’art. 3 della Costituzione che sancisce il principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. La sentenza della Consulta infatti non ha molto senso perché allora dovremmo dichiarare incostituzionale tutto, soprattutto i provvedimenti che incidono sulla povera gente, come il blocco delle indicizzazioni delle pensioni da 1400 euro, non solamente quelli che riguardano i potenti. Anche se non parliamo di prerogative del Capo dello Stato,il presidente Napolitano è un uomo che in Italia viene ascoltato e che quindi ha un potere su questa vicenda. E un segnale di giustizia in questa Nazione può aiutarci anche ad avere un po’ più di speranza», ha concluso Meloni.

Roma, 7 giugno 2013

 

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