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“Sette anni, questo il tempo trascorso dal 3 luglio del 2006, quando la terribile alluvione che colpì il territorio vibonese, lasciando dietro di sé, tre morti, più di 90 feriti, oltre 200 milioni di euro di danni ed oggi anche la dimostrazione, come si evince chiaramente dal quadro economico dell’ordinanza firmata da Franco Gabrielli, capo dipartimento della Protezione Civile Nazionale, di una politica incapace di dare incisività e concretezza persino alla programmazione degli interventi da mettere in atto dopo una calamità naturale di tale entità. Al Giappone sono bastati undici mesi per ricostruire città devastate, alla Calabria sette anni sono “serviti” invece per “perdere”, o meglio dover restituire allo Stato, che successivamente li riassegnerà al Ministero per lo Sviluppo Economico, più di otto milioni di Euro, a titolo di economie accertate e non riprogrammate della quota statale del finanziamento Fas 2007, che avrebbero potuto e dovuto invece essere reinvestiti sul territorio per finanziare ulteriori interventi sulle aree colpite dall’emergenza. Un territorio in ginocchio, privo, anche prima dell’alluvione, delle infrastrutture necessarie alla gestione “ordinaria” di calamità di vario genere, oggi resta attonito davanti alla certezza di domande non ascoltate, richieste mai accolte, interventi necessari e mai realizzati. L’intera vicenda, che ha veramente dell’incredibile, merita a questo punto una serie di chiarimenti dai soggetti istituzionali che, a vario titolo, sono stati chiamati dall’allora Commissario, Agazio Loiero, a gestire lo stato di emergenza conseguente all’alluvione.  Per la risoluzione delle problematiche ambientali e territoriali attraverso la messa in sicurezza definitiva dell’area compromessa dall’evento calamitoso Loiero, aveva chiesto “ben altre risorse finanziarie (i circa 150 milioni di Euro del Piano Versace) che né il governo Prodi, né quello Berlusconi come ampiamente dettagliato nella corrispondenza intercorsa hanno intenso assegnare.  Una piena assunzione di responsabilità quella chiesta all’epoca dal Commissario, affinché “si potesse provvedere alla sistemazione e ripristino del reticolo idrografico, all’integrazione e completamento della rete fognaria bianca e nera, all’adeguamento del sistema viario, alla riprogrammazione dell’area industriale di Vibo Marina, agli interventi di bonifica ed al ripristino delle condizioni naturali, alle indagini, agli studi ed alle ricerche necessarie, agli interventi non strutturali e strutturali necessari sia nei comuni di Vibo Valentia sia in quelli di Brognaturo, Capistrano, Filogaso, Gerocarne, Pizzoni, San Nicola da Crissa, Sant’Onofrio, Serra San Bruno, Simbario, Sorianello, Soriano, Spadola, Stefanaconi, Vallelonga, Vazzano, nonché nei fiumi Mesima e Marepotamo.” Un quadro chiarissimo, quello tracciato da Loiero, che certamente dà contezza della consapevolezza degli interventi da programmare e che oggi aggiunge altre domande, ad esempio su eventuali autorità di controllo sui Soggetti Attuatori, come, ad esempio, la stessa Provincia di Vibo Valentia, che avrebbe dovuto occuparsi delle attività istruttorie, di controllo e di liquidazione dei danni subiti anche, ad esempio, dalle imprese agricole e che invece, come emerso nella bagarre del 2010 con la Regione Calabria, sembra aver dimostrato nel tempo “la volontà di prendere in giro le imprese già pesantemente danneggiate dagli eventi alluvionali, rinviando ad altri le sue proprie specifiche responsabilità e le proprie inadempienze.” A distanza di sette anni da quella tragica mattina il quadro degli interventi realizzati e degli aiuti distribuiti a privati ed aziende non è ancora completo e “nascosti” dalle varie attività di “scarica-barile” degli enti preposti, altri undici milioni, scaturiti dalle economie accertate e da riprogrammare di interventi già effettuati, sostano in un “cassetto” in attesa della riprogrammazione nell’ambito della quota regionale di un finanziamento Fas del 2007. Questa volta però l’ordinanza “romana” mette chiari e precisi paletti, stabilisce tempi e modalità, investe il Governatore Scopelliti di responsabilità affidando a lui il compito di coordinare le attività di completamento degli interventi”.

È quanto ha dichiarato Francesco Bevilacqua, presidente del coordinamento regionale di Fratelli d’Italia della Calabria, che ha poi aggiunto: “Tante domande, troppe forse per chi, troppo spesso, intende la politica come il mezzo per soddisfare ambizioni personali, dimenticando, purtroppo, che la stessa rappresenta, specie in alcuni casi, il motore delle esigenze della comunità. La capacità di ascolto, così come quella di azione sono alla base di una politica “fatta per il territorio” che deve dare risposte serie e concrete ed a cui oggi la comunità intera chiede un’assunzione di responsabilità. Capire in quale, fra gli enti preposti alla gestione dei fondi stanziati per il post-alluvione, si sia nascosto l’inghippo potrebbe rappresentare lo stimolo per fare presto e bene, nella speranza di non dover restituire al bilancio statale anche gli undici milioni di euro in attesa di essere riprogrammati, milioni che nella situazione attuale, se utilizzati al meglio potrebbero fare la differenza”. 

20 maggio 2013

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