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L’articolo de Il Tempo di Daniele Di Mario

 

Una schiera di candidati nei Comuni e nei Municipi la cui età media è inferiore ai 48 anni e di cui il 45% è donna. Da Fratelli d’Italia, d’altra parte, era lecito aspettarselo. Perché lei, prima di fondare il partito insieme a Guido Crosetto, è stata la più giovane vicepresidente della Camera dei deputati e il più giovane ministro della storia della Repubblica. Lei è Giorgia Meloni, scuola Fabio Rampelli e Garbatella. Del resto Rampelli ha fatto dello sfornare giovani talenti politici una vera e propria missione. Così dopo la Meloni s’è inventato, tra gli altri, Chiara Colosimo e il giovanissimo sindaco di Terracina Nicola Procaccini.

E alle imminenti amministrative, il gruppo Rampelli-Meloni non fa difetto alla propria missione. Tantissimi i giovani candidati a Roma e in Italia. «Sicuramente è un tratto distintivo della nostra lista – dice la Meloni – Alcuni candidati hanno meno di 30 anni, come Andrea Dardi candidato sindaco a Lodi di 24 e Andrea Putzu, di 29, candidato a Porto Sant’Elpidio. La questione generazionale per noi è fondamentale, dobbiamo fermare la rottamazione dei giovani facendo sì che la generazione senza posto fisso venga messa in condizione di dare risposte a se stessa». L’obiettivo è semplice: «Ricostruire la destra partendo dalle nuove generazioni e dai valori. I giovani ci mettono più entusiasmo». E detto da un ex ministro della Gioventù non è poco.

Così, dietro ai big Federico Mollicone, Andrea De Priamo, Fabrizio Ghera e Dario Rossin – tutti consiglieri comunali uscenti – c’è una schiera di under 40 che chiede strada e aspira a un seggio in Assemblea Capitolina. Tra questi Federico Iadicicco, 38 anni, già consigliere provinciale e fresco di un risultato lusinghiero alle regionali. C’è Daniele Quinzi, 35 anni. Lavora da quando ne aveva 18, cominciando prima della maturità e occupandosi di pubbliche relazioni negli eventi mondani. Appena maggiorenne entra nell’ambiente del cinema con la Filmauro di Aurelio De Laurentiis. Poi le radio – Ram Power e Rds – gli studi di marketing e la laurea conseguita nel 2002, quando passa all’editoria entrando nella squadra di Pocket. Quinzi si occupa del restyling della testata e della sua espansione, facendo uscire il giornale dall’ambito locale in favore di un prodotto destinato a un target medio alto e a diffusione nazionale. Nel 2003 diventa direttore e nel 2005 Pocket debutta fuori città con il lancio di edizioni in Veneto, Campania, Abruzzo e a Milano. C’è poi Alberto Kustermann Kindelan, 34 anni imprenditore e proveniente dal movimento Fare di Oscar Giannino. Dopo la candidatura alla Camera ha aderito a FdI non condividendo più la linea del movimento. Giovanissimo anche Maurizio Ippoliti, candidato presidente del Municipio V. Ha 29, è laureato in Scienze Politiche, gestisce un Caf Ugl. Ha iniziato a fare politica da giovanissimo, nella sezione An di Torpignattara, diventando dopo pochi mesi responsabile del gruppo giovanile. Nel 2006 è presidente del circolo e nel 2008 viene eletto in Municipio con 642 voti, risultando il primo degli eletti del Pdl. Si è battuto per la riqualificazione del territorio e per lo smantellamento dei campi nomadi e delle baraccopoli. In consiglio municipale si è battuto contro la cattiva gestione del centrosinistra. Insieme a lui, si candidato alla presidenza di altri due Municipi Fulvio Giuliano (VII) e Gianni Ottaviano (IV), entrambi sono under 50 e provengono dal territorio.

Negli altri Comuni, sono tanti i candidati sindaci under 30. Tra questi Elvira Lanzuise, 30 anni, candidata a Fiumicino; Andrea Dardi, 24 anni, in campo a Lodi; Andra Putzi, 29 anni, che tenta l’ascesa a primo cittadino a Sant’Elpidio. Ad Ancora c’è poi Stefano Benvenuti Gostoli, 37 anni. Tutti fanno politica sin da giovanissimi e si presentano con programmi che guardano al sociale e alla tutela della famiglia, allo sviluppo sostenibile del territorio, all’integrazione delle periferie con il centro.

Temi di destra, anche quando i candidati si presentano contro esponenti del Pdl. «A Roma – spiega a proposito Giorgia Meloni – c’erano le condizioni per andare in coalizione. Abbiamo fatto le primarie e il risultato uscito era molto equilibrato. Abbiamo così privilegiato la compattezza del centrodestra. Ma gli accordi si fanno solo dove ci sono le condizioni per farli. Ad Ancona, ad esempio, il candidato Pdl dice apertamente di non essere di centrodestra. Noi non diamo carta bianca». Sui tanti giovani candidati, la Meloni spiega: «Insegiamo ai ragazzi che non siamo tutti uguali e che la democrazia è nelle nostre mani. Il suo esercizio può migliorare la nostra vita. Sei tu che decidi, sei tu che cambi le cose. La democrazia è un potere che va esercitato votandosi e candidandosi per essere votati. Solo così si fermano le degenerazioni della politica. Grillo è un oligarca, anzi un postmonarchico, è totalmente surreale». Ma riusciranno tutti questi giovani a ricostruire la destra? La Meloni ne è sicura: «Il dibattito deve ripartire dalla base e dai quadri intermedi. Dai giovani. Non serve un dibattito per ridare una posizione politica a chi non ce l’ha più o non trova più un suo spazio»

Roma, 24 maggio 2013

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