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di Carlo Fidanza
14 maggio 2013

C’è chi ha trascorso l’ultimo sabato pomeriggio a manifestare per spiegare perché è giusto fare un governo con quelli che sperano di vederlo finalmente in galera e criticano la natura stessa del suo manifestare. C’è chi l’ha trascorso sbraitando e aggredendo chi la pensa diversamente. La chiamano “democrazia orizzontale”, anche se di orizzontale c’è solo l’encefalogramma di certi intolleranti cresciuti tra centri sociali e social media. C’è chi l’ha trascorso in una seduta di autocoscienza collettiva e si è trovato ad eleggere l’ex capo della Cgil a grigio Caronte per correnti in pena. E poi ci siamo noi, Fratelli d’Italia, che ancora una volta abbiamo parlato dei problemi degli italiani. Lo abbiamo fatto in un percorso a tappe, in un bel pomeriggio romano, toccando alcuni luoghi simbolo delle emergenze che attendono risposta.

Davanti al Ministero dell’Economia per ribadire l’urgenza di una terapia d’urto per far ripartire l’Italia. Vogliamo introdurre in Costituzione il limite alla tassazione, fissandolo al 40% del PIL. Va invertito il rapporto tra la dinamica della spesa pubblica e la tassazione imposta a famiglie e imprese: prima va determinato il massimo della pressione fiscale sostenibile e su quella va ricalibrata la spesa pubblica. Vogliamo un fisco più umano, in cui la riscossione dei tributi avvenga tenendo in considerazione la capacità e la possibilità di pagare e in cui vengano rideterminati aggi, more e interessi che oggi fanno lievitare a dismisura i debiti col fisco.

Vogliamo, si, combattere l’evasione fiscale ma riteniamo che sia più utile farlo con il contrasto di interessi più che con i blitz a Cortina, cioè consentendo ai contribuenti di detrarre alcune categorie di beni e servizi acquistati, in modo da favorire l’emersione del sommerso e nel contempo rilanciare i consumi. Vogliamo l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, sui capannoni industriali e i fabbricati rurali. E lo diciamo chiaro fin da subito: se qualcuno pensa di “superare l’Imu”, come dice Letta, introducendo a settembre una nuova tassa onnicomprensiva sulla casa ancora più pesante dell’Imu la nostra opposizione sarà durissima. E vogliamo la restituzione dell’Imu pagata nel 2012. Spostandoci sotto la Banca d’Italia, seconda tappa della nostra “staffetta per l’Italia”, abbiamo spiegato ancora una volta che si può trovare una copertura sicura ed equa senza attendere in eterno che la Svizzera ci consenta di recuperare qualche capitale dal sen fuggito. Il Monte dei Paschi di Siena deve allo Stato quattro miliardi di Monti bond, che in dieci anni frutteranno altrettanto alle finanze statali; bene, emettiamo quattro miliardi di titoli di stato a dieci anni a vantaggio di cittadini e imprese e il maltolto dell’Imu sarà ripagato finalmente da chi ha avuto soldi pubblici per coprire i propri spericolati buchi finanziari.  

E già che c’eravamo ne abbiamo approfittato per ribadire che Fratelli d’Italia vuole che i soldi che le grandi banche italiane hanno ricevuto in gran quantità dalla Banca Centrale Europea e quelli che ancora arriveranno allo 0,5% vengano destinati prioritariamente al circuito del credito alle imprese e alle famiglie. E ancora, vogliamo tornare ad una netta separazione tra banche commerciali e banche d’affari: non siano i risparmi degli italiani a pagare gli azzardi speculativi delle grandi banche!

Ma non di sola economia si è parlato nel nostro splendido sabato romano. Avremmo voluto raggiungere il Quirinale per dire, con rispetto per le istituzioni ma con assoluta chiarezza, che per noi quella appena celebratasi deve essere l’ultima elezione per via parlamentare del Presidente della Repubblica. Con buona pace di tanti soloni, la nostra Costituzione non è la migliore del mondo e va modernizzata per consentire al popolo di decidere e alla stessa democrazia di essere in grado di farlo. In due parole: Presidenzialismo subito!

Non poteva mancare una tappa per noi dal grande valore emotivo. A pochi passi dall’ambasciata indiana è risuonato più volte il grido “liberate i Marò”. Un grido che scuote le coscienze, di quella politica dimostratasi fin qui imbelle, dei media troppo spesso distratti, degli italiani che si sono assuefatti. Per noi è questione vitale di dignità nazionale e come tale va portata sui tavoli con i nostri alleati europei e atlantici.  

Un bel pomeriggio di popolo per dire che si può stare all’opposizione non rinunciando a fare proposte per il bene della nazione, che si può costruire una politica nuova senza distruggere tutto, che si può credere in un futuro di riscatto senza lasciarsi vincere dallo scoramento.

Fratelli d’Italia ci crede e sempre più italiani ci credono con noi.

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