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di Giorgia Meloni 06 marzo 2013

“Ci hanno tacciato di essere facinorosi, pazzi, gente che non ha nulla da perdere. Adesso che tutto è riuscito battono le mani e plaudono ai “giovani eroi”. In verità, abbiamo vissuto fatti che sembrano usciti dalla fantasia di un romanziere”. Questa bella frase strappata dal diario di uno dei Mille ragazzi che fecero l’Italia, seppur in scala 1 a tanto, rappresenta bene l’impresa politica dei Fratelli d’Italia. Già, ce l’abbiamo fatta. Il nostro neonato movimento sarà presente in Parlamento con propri uomini e donne, con le sue proposte e i suoi valori di riferimento.

Pochi ci avrebbero scommesso, in molti ci hanno sconsigliato, irriso, combattuto. Ma non ci siamo lasciati abbattere dallo scarso tempo a disposizione, dalle limitate risorse economiche, dalla risicata visibilità. Siamo scesi nelle strade d’Italia. Le abbiamo percorse in lungo e in largo. Incontrando persone e problemi, raccontando sogni e progetti, costruendo speranze. E in poco più di 40 giorni abbiamo convinto circa 700mila italiani ad imbarcarsi in questa nuova avventura collettiva.

A poco più di una settimana dallo spoglio elettorale, siamo già impegnati nel duplice tentativo di radicare Fratelli d’Italia sull’intero territorio nazionale e nello stesso tempo di offrire soluzioni credibili alla crisi di governabilità post voto.

L’Italia emersa dalle urne presenta positivi segnali di cambiamento, ma anche preoccupanti sintomi di un rigetto della politica come strumento di popolo irrinunciabile, se davvero si vogliono cambiare le cose che non vanno. Questa rabbia ha punito i partiti tradizionali colpevoli di aver dato vita al governo monstre di Monti, oltre che di aver sottaciuto di fronte alle ruberie di consiglieri regionali e parlamentari e rispetto ai rapporti ambigui intrattenuti con troppe banche senza scrupoli.

Tale rigetto è una delle ragioni del successo di Fratelli d’Italia, ma soprattutto, in misura molto maggiore, del successo di Beppe Grillo. Per questo sono dispiaciuta dell’atteggiamento avuto da Silvio Berlusconi nei nostri riguardi durante la campagna elettorale. Pur riconoscendogli il solito spirito da combattente, ritengo che sarebbe stato più saggio lasciare che il nostro movimento potesse raccogliere il consenso dei delusi dal Pdl, anziché invocare un voto “utile” anche contro di noi. Peccato, perché la vittoria era a portata di mano.

Adesso, quello che vogliamo fare è tenere fede agli impegni presi. Saremo liberi, onesti, decisi. Saremo sempre dalla stessa parte. Quindi, nessuno pensi che i parlamentari di Fratelli d’Italia saranno disposti a riedizioni del governo Monti, quandanche con interpreti aggiornati.

La nostra linea è chiara, come al solito, a differenza di altri. Possiamo accettare un governo che abbia l’unico scopo di adottare una nuova legge elettorale al posto di questa porcata del porcellum. Al massimo la riduzione dei parlamentari. Ma poi, appena eletto il capo dello Stato, se non c’è una maggioranza in grado di governare seriamente, si torni subito al voto. Nessuno si azzardi a spogliare di nuovo il popolo italiano del diritto di scegliersi il proprio governo. E, soprattutto, meglio spendere qualche settimana in una nuova campagna elettorale, piuttosto che impantanare gli italiani per mesi, forse anni, in governi privi di maggioranze solide e coese, e per questo impossibilitati nei fatti a dare risposte efficaci ai problemi della gente.

Nel frattempo, ci divertiremo a far politica alla nostra maniera, stile Real: “Cabeza fria e corazon caliente”. Cioè con la lucidità di chi sa leggere i segnali del futuro e la passione di chi non vede l’ora di ripercorre il viaggio elettorale all’incontrario, per radicare Fratelli d’Italia fin dentro l’anima della nazione più bella del mondo.

P.s. Abbiamo un Coordinatore nazionale. Ha cuore e cervello da vendere. Si chiama Guido Crosetto.

Siamo tutti con lui.

Giorgia Meloni

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