di Giuseppe Armenise da Gazzetta del Mezzogiorno
L’onorevole Giorgia Meloni, già ministro della Gioventù del più recente tra i governi Berlusconi, è in tour elettorale che ieri l’ha portata a Foggia e oggi a Lecce, Brindisi e infine Bari, alle 20,30.
Onorevole Meloni, la proposta di un condono fiscale tombale da parte di Berlusconi ha creato una prima frattura, in campagna elettorale, tra Pdl e Lega. E il suo movimento, «Fratelli d’Italia», che posizione ha?
«Al condono tombale siamo contrari perché non rappresenta il modo giusto per affrontare il problema e penalizza le persone perbene. È un messaggio sbagliato sul piano culturale perché rischia di mettere sullo stesso piano le persone oneste, che in momenti di crisi non riescono ad arrivare a fine mese, con chi, senza averne l’alibi, evade il fisco. Sono contraria a questa semplificazione».
Chiusura definitiva, dunque?
«Sento in queste ore che si sta correggendo il tiro con una proposta Brunetta-Alfano.
Se infatti la misura del condono riguardasse le cartelle esattoriali sarei disponibile. Sugli interessi di mora e sugli aggi di Equitalia, in alcuni casi calcolati in misura addirittura del 50%, la questione si sposta. Non parliamo più di salvaguardare gli evasori, ma di persone oneste che in molti casi non ce la fanno e che lo Stato rischia di mettere definitivamente in ginocchio».
Parliamo dell’Imu. Togliere alcune imposte che sono fondamentali per la garanzia dei servizi comunali non rischia di creare malcontento tra gli amministratori locali anche di centrodestra?
«Quando parliamo di togliere l’Imu, ovviamente, ci riferiamo alla prima casa. È questa l’imposta più insopportabile. Nessuno invece ha mai pensato di abolirla sulla seconda casa. Noi peraltro siamo per stabilire l’impignorabilità della prima casa. Anche qui c’è una bella differenza tra chi fa una scelta volontaria e chi invece, non riuscendo a pagare una bolletta, si vede pignorare la casa».
Puglia è, in questi mesi, sinonimo di Ilva e crisi del siderurgico. Molti invocano un governo che si dia, dopo anni di inedia, finalmente una nuova politica industriale e una nuova politica energetica. Qual è la ricetta di Fratelli d’Italia?
«Lo sviluppo industriale, in Italia, non è probabilmente stato affrontato in maniera adeguata. Molti tra gli insediamenti industriali sono avulsi dal contesto del territorio. E invece occorrerebbe partire proprio dalla vocazioni di territori. La globalizzazione si può subire o governare. È evidente che in questi anni abbiamo preso il peggio dal sistema della concorrenza nella globalizzazione. Alcuni esponenti politici, ahimè di centrodestra, hanno affermato nel recente passato che di cultura non si mangia, ma invece io dico che grazie all’enorme patrimonio culturale di cui l’Italia dispone ben si potrebbe mangiare e anche bere grazie alla cultura. Sulla quantità del prodotto non possiamo competere ma sulla qualità sicuramente».
Da un lato la necessità di garantire il pareggio di bilancio dello Stato, dall’altra cittadini sempre più tartassati. Come uscirne?
«Una soluzione potrebbe essere l’introduzione in Costituzione del principio in base al quale la pressione non può superare il 40% Pil. In molte Costituzioni esiste già. Norme di questo tipo impedirebbero l’uso dell’innalzamento continuo della soglia della tassazione per raggiungere il pareggio di bilancio. Insomma la domanda è: qual è la soglia massima di tassazione che le famiglia e le imprese possono accettare? Quella è la misura della spesa pubblica. Non si può andare. Prendiamo l’Irap. Non è possibile che, per pagarla, un’azienda sana vada in perdita. Questo non funziona e rende lo stato nemico piuttosto che amico».
Nel futuro, si dice, occorrerà che l’Italia rinegozi i trattati in ambito Ue. È così anche per Fratelli d’Italia?
«Certo che è così. Anzi, io dico che è questo il tema. Monti non aveva la forza per farlo, perché era un commissario mandato dall’Europa. Il presidente del Consiglio deve invece avere l’autorevolezza che gli è data da un’elezione democratica».
Nello schieramento avverso c’è la corsa ad accreditarsi come “vera sinistra”. Nel vostro schieramento anche voi volete accreditarvi come “vera destra”?
«Mi lasci sgomberare il campo dal terrorismo psicologico che si fa sul voto utile e inutile. Vorrei dire ai nostri elettori che noi siamo nella coalizione di centrodestra. Il voto dato a uno dei partiti della coalizione è sempre e comunque utile. Il voto dato a Fratelli d’Italia è utile, soprattutto a chi è stato deluso in questi anni da un certo modo di fare del centrodestra, tanto a battere il centrosinistra che a riformare il centrodestra. Non ho alcuna velleità di essere l’unica rappresentante della destra sopravvissuta, ma mi dispiace dire che ho visto, nella composizione delle liste PdL, falcidiata con un certo grado di scientificità la rappresentanza di un certo mondo. Molte persone capaci e perbene sono state messe da parte per fare posto ai vari Scilipoti, alla meteorina o al chirurgo plastico. Noi vorremo essere il centrodestra che non è stato il Pdl».