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Mario Monti si è recato in Germania per un vertice bilaterale con il cancelliere Angela Merkel e  per ricevere la benedizione elettorale del suo principale sponsor. Monti non  è scaramantico, altrimenti si sarebbe ricordato che lo scorso anno, in Francia, l’aiuto elettorale che la Merkel diede a Sarkozy non portò poi molto bene al presidente uscente francese, che perse le elezioni in malo modo; oppure, il Presidente del Consiglio italiano è semplicemente già rassegnato. L’occasione ci serve per fare una breve riflessione sull’Europa. In questi giorni, in realtà, abbiamo assistito a ripetute intromissioni di esponenti dell’eurocrazia che governa Bruxelles nelle questioni italiane con il solo scopo di condizionare la campagna elettorale. Noi immaginiamo un’Europa nella quale Nazioni sovrane siano ancora in grado di scegliere il proprio destino e dove i cittadini non siano semplicemente carne da macello di una tecnocrazia autoritaria e di una finanza famelica, ma soggetti attivi dei processi decisionali.

In questi anni abbiamo ceduto pezzi della nostra sovranità senza che questo fosse compensato da Istituzioni legittime e trasparenti. E la sovranità che abbiamo ceduto si è dispersa ed è andata a rafforzare una burocrazia senza volto e senza identità, che oggi guida l’Europa sulla nostra pelle, imponendo scelte arbitrarie. Questa Europa non ci piace e non la vogliamo; anzi la riteniamo un pericolo, uno strumento che sta minando le nostre sovranità nazionali, il nostro potere di decidere e di essere rappresentati e sta chiudendo la nostra libertà dietro un muro di burocrazia e di centralismo tecnocratico. L’Europa è ormai un luogo in cui i diritti individuali sono schiacciati da uno Stato mostro che impone, attraverso l’oppressione fiscale, un sistema di controllo dei cittadini uccidendo la libera impresa e l’economia reale.

Qualche giorno fa, il premier britannico, David Cameron, ha annunciato un referendum per decidere se la Gran Bretagna dovrà rimanere in questa Europa “priva di democrazia”; perché, ha  spiegato, “noi siamo i padroni del nostro destino e noi siamo in grado di fare le nostre scelte”. Si chiama sovranità nazionale. Ecco, anche noi vogliamo tornare ad essere padroni delle nostre scelte e, se occorre, siamo disposti a ridiscutere molti dei trattati che vincolano la nostra sovranità, a partire dal Meccanismo Europeo di Stabilità, e ad imporre referendum per le scelte più importanti. Uno dei più importanti intellettuali americani, William Kristol, ha recentemente scritto che “il compito storico del conservatorismo è di difendere l’idea di Nazione e di appartenenza”; ma che, nello stesso tempo, “il conservatorismo non può essere troppo conservatore nello spirito”.

Noi siamo conservatori e per questo rivoluzionari. Non accetteremo di conservare questo cadavere di Europa, perché quella che i padri fondatori avevano in mente era un’Europa diversa: fondata sulle Nazioni e sul diritto dei popoli ad autodeterminarsi. E la sovranità si basava su un legittimo riconoscimento di Istituzioni che rappresentavano gli interessi equilibrati dei singoli Paesi e non le oligarchie.

La parola crisi ha un suo significato profondo che è quello di “scelta”. Noi, di fronte a questa crisi, che non è solo economica, facciamo la scelta di stare dalla parte dell’Europa: ma non quella dei banchieri e dei tecnocrati senz’anima. Noi facciamo la scelta di stare a fianco dell’Europa dei popoli.

01 febbraio 2013

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