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Si tratta di un provvedimento dovuto, che peraltro è stato sollecitato da molti Comuni piemontesi. Inoltre le medesime norme sono contenute nella nuova legge urbanistica in discussione in Consiglio regionale e che dovrebbe essere varata nei primi mesi del 2013.

Così Marco Botta, consigliere regionale FDI Piemonte, commenta l’emendamento all’assestamento del bilancio con il quale è stata prorogata fino al 31 dicembre 2013 l’applicazione delle norme contenute nella legge regionale 20/2009, relativa al cosiddetto “Piano Casa Piemonte”.

 

Entro questo termine – spiega Botta – saranno garantiti meno vincoli burocratici e maggiori possibilità di ricostruire e ampliare edifici a destinazione residenziale, artigianale, produttiva, direzionale e turistico-ricettiva.

Il provvedimento era stato fortemente voluto, già dall’inizio della legislatura, dal centrodestra al governo della Regione. E’ infatti stato uno dei primi atti del governo Cota ed è andato a modificare una normativa approvata dal centrosinistra sulla medesima materia, nella legislatura precedente. La legge varata dalla Giunta Bresso, però, era rimasta sulla carta in quanto i fortissimi vincoli inseriti e una normazione farraginosa al punto da risultare difficilmente recepibile dai cittadini e dagli imprenditori ne avevano reso praticamente impossibile l’applicazione. Un vero peccato, per un provvedimento atteso da tanti e che doveva rappresentare una boccata d’ossigeno per un settore, quale quello dell’edilizia, messo a dura prova dalla difficile congiuntura economica, e che peraltro rappresenta da sempre un volano strategico per la ripresa.

Grazie alle modifiche volute dal centrodestra – precisa l’esponente di Fratelli d’Italia – il Piano Casa odierno risponde alle esigenze abitative delle famiglie offrendo maggiori libertà di ampliamento delle abitazioni mono e bifamiliari, e svolgendo nel contempo un preziosissimo ruolo per il rilancio dell’economia e dell’edilizia, grazie anche alla possibilità di recuperare, oltre ai sottotetti delle abitazioni, quelli degli edifici a destinazione turistico-alberghiera.

Tre, in particolare, le modifiche inserite dal centrodestra: il miglioramento energetico dell’edificio è stato imposto solo per la parte di nuova costruzione e non più per l’intero immobile; sono stati ammessi gli ampliamenti anche per alcune categorie di edilizia non residenziale come gli edifici artigianali, produttivi, direzionali e di ricettività turistica; è stato reso meno stringente il controllo dei Comuni.

Grazie alla proroga – prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia– famiglie e imprese potranno beneficiare di un importante strumento. Si tratta infatti di un provvedimento necessario per sostenere il settore edilizio, in un momento difficile quale quello attuale, e fondamentale per migliorare la qualità abitativa riqualificando il patrimonio edilizio esistente, anche attraverso impianti che utilizzino fonti di energia rinnovabile. Con questa proroga il Piemonte non viene privato, in un momento tanto delicato, di uno strumento normativo in grado di innescare una virtuosa crescita del settore edilizio e di tutto l’indotto, senza assolutamente sconfinare nella cementificazione selvaggia.

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